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Pisa-Pippo Inzaghi, c’eravamo tanto Amati: ma ora la Torre pende per Gilardino

di Andrea Chiavacci

	Alexander Knaster con Inzaghi
Alexander Knaster con Inzaghi

Dopo la storica promozione nella massima serie arriva il divorzio tra Inzaghi e la società nerazzurra: gli scenari

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PISA. C’eravamo tanto Amati. Ovviamente con la “A” maiuscola, visto l’esito del campionato. Addirittura si erano giurati amore eterno. E invece con un comunicato uscito in mattinata (13 giugno) il Pisa annuncia di aver risolto consensualmente il rapporto contrattuale con Filippo Inzaghi che adesso sarà libero di accettare l’offerta del Palermo. Con Inzaghi vanno via anche quelle figure dello staff tecnico, a cominciare dal vice Maurizio D’Angelo, legate da tempo al tecnico piacentino.

Una storia (breve) d’amore

Una separazione che era nell’aria da tempo e adesso c’è anche l’ufficialità. È stato un amore breve ma intenso, quasi come quelli in cui si sta insieme una sola estate, quello tra Inzaghi e il Pisa. Scelto un anno fa per rilanciare la squadra, reduce da una stagione deludente con l’esordiente Alberto Aquilani. Inzaghi è riuscito a riportare entusiasmo nella tifoseria. Fin da quando ha messo piede a Pisa. Lavorando, fino alla fine del campionato, in simbiosi con la società e con una squadra pronta a gettarsi nel fuoco per lui. Fin dal raduno in città e poi nel ritiro di Bormio si è creato il feeling giusto. Non a caso sono stati rilanciati giocatori che fino a pochi mesi prima erano stati sotto le aspettative. Uno su tutti Stefano Moreo che con Inzaghi aveva già fatto grandi cose a Venezia e Brescia. Una squadra tutta grinta, pressing e calcio in verticale. Che studiava i filmati del Bayer Leverkusen. Non partita per vincere ma che ha trovato, grazie anche all’allenatore, la giusta consapevolezza nei propri mezzi.

Una squadra più forte anche di assenze pesanti come quelle di Leris ed Esteves. Inzaghi ha saputo conquistare tutti con i risultati e con il gioco. L’apoteosi del 4 maggio a Bari, con Pippo portato in trionfo, sembra un ricordo lontano. Non tanto per la grande gioia che ancora oggi è viva nella tifoseria, 34 anni di assenza dalla massima categoria non sono pochi, ma perché in molti pensavano che questa storia andasse avanti. Dopo la partita con la Cremonese, l’ultima di campionato vinta 2-1 all’Arena, Inzaghi aveva parlato ai microfoni nel post-partita: «Io qui sto bene, ho trovato una società che finalmente mi fa lavorare come mi piace. Tutti i presupposti per andare avanti ci sono. Ho un contratto, non vedo problematiche».

E ora?

Invece le strade si separano con il Palermo pronto a puntare su Inzaghi che adesso va a caccia della terza promozione in A dopo Benevento e Pisa. Qualcuno all’ombra della Torre si sente “tradito”, altri guardano già avanti. La società nerazzurra sta già cercando da giorni il sostituto. Tra oggi e domani dovrebbe esserci la decisione dopo i colloqui finali a Forte dei Marmi alla presenza del patron Alexander Knaster.

In lizza ci sono il favorito Alberto Gilardino, esonerato lo scorso novembre dal Genoa ma sotto contratto coni rossoblù fino al 30 giugno 2026, e Marco Giampaolo che ha appena finito la sua avventura con il Lecce. Dopo aver conquistato la salvezza con la vittoria all’Olimpico con la Lazio all’ultima giornata. Il terzo nome era quello dell’argentino Matias Almeyda che però è vicino all’accordo con il Siviglia.

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