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Fiorentina, l’Europa continua: decide Biraghi, Viola più forti di tutto

di Francesca Bandinelli

	I tifosi Viola (foto acffiorentina.com)
I tifosi Viola (foto acffiorentina.com)

In Conference League ai toscani non bastano i supplementari (giocati in 9 contro 11), servono i calci di rigore

29 agosto 2024
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La Fiorentina passa il turno ai calci di rigore, non senza apprensione. Fa poco, pochissimo e poi si butta via, con l’ennesima follia difensiva di questo avvio di stagione. Sì, perché se Kean, l’unico a salvarsi insieme a De Gea, miracoloso nei suoi interventi, in mezzo al grigiore collettivo era riuscito, non senza difficoltà a tirare fuori dal cilindro il jolly per restare attaccato al treno dell’Europa, Ranieri strattona in area Colley e crea un doppio disastro, causando il rigore e vedendosi spedito in anticipo negli spogliatoi, con il rosso figlio della doppia ammonizione. I Viola, già con un uomo in meno, sprofondano poco dopo, con la seconda espulsione (sempre per doppia ammonizione), quella del giovane Comuzzo, per un altra strattonata punita con grande severità. Biraghi & C., nonostante la doppia inferiorità numerica, trascinano la partita la partita ai rigori.

Raffaele Palladino, messe a nudo le fragilità della sua squadra, disorientata, a tratti nervosa, quasi paralizzata nella costruzione del gioco, deve correggere la direzione. Il tecnico viola affida le chiavi dell’attacco a Kean. È l’unico a costruire qualche pericolo dalle parti della porta difesa da Pecsi. La Puskas Akademia appare tambureggiante, propositiva, per niente imbarazzata dal ruolo di protagonista. Dall’altra parte, invece, la squadra italiana dà l’impressione di un gruppo incapace di dettare legge sul campo, come invece le differenze tecniche imporrebbero. A fare la differenza, ancora una volta, è De Gea, prima reattivo su Nissila (tutto è nato da una ripartenza sbagliata dal basso, col rilancio di Ranieri), e poi miracoloso su Puljic. 

E poi c’è la questione Pongracic. Nelle tre partite giocate, ha rimediato ben quattro cartellini gialli (compresa l’espulsione col Parma, per somma di ammonizioni): la metà esatta di quelle messe insieme in 36 partite di Serie A, quelle giocate la passata stagione col Lecce. Nella ripresa, va pure peggio, coi viola in balia degli ungheresi, pericolosi con Golla e poi capaci di colpire ancora un legno, stavolta con Plzek. A riportare il sereno, seppur a tempo determinato, è Kean, che, col primo tiro in porta, rovescia la prospettiva, grazie anche al movimento di Colpani, subentrato a un evanescente Ikoné. Il resto è storia. Ai rigori sbaglia Szolnok e decide capitan Biraghi, è lui a segnare il tiro decisivo.

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