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Orgoglio italiano

Davide e Yuri, speranze Azzurre di due mondi diversi: le storie dei nostri "golden boys"

di Giorgio Billeri
Davide Frattesi e Yuri Romanò
Davide Frattesi e Yuri Romanò

I gol di Frattesi, le schiacciate di Romanò: i volti nuovi di calcio e volley. Spalletti respira, De Giorgi si gode l’esplosione del gigante lombardo

13 settembre 2023
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Due atleti e due storie diverse con la maglia della Nazionale italiana. Due mondi lontani eppure così vicini. Davide ha 24 anni e gioca a calcio. Yuri invece ne ha 26 e da bambino ha scelto il volley. Davide, Yuri e il destino Azzurro. Conosciamoli meglio.

 

FATTORE FRATTESI

Alleluja, abbiamo un campione. Moderno, totale. Uno di quelli che fanno impazzire gli inglesi, che recuperano palla e un secondo dopo sono nel cuore dell’area, pronti a metterla dentro. Box to box, dicono gli inglesi. Per fortuna che Davide Frattesi., classe 1999, non ha ceduto alle lusinghe della Premier: ce lo godremo noi con la maglia dell’Inter.

La sua doppietta agli ucraini è stato il salvagente che ha tirato fuori l’Italia da ondate difficili, pericolose: dopo la Macedonia iniziavamo a fare i conti su chi sarebbe stato meglio pescare nei playoff. Adesso invece, con i due lampi di Davide, siamo tornati in linea di galeggiamento. Non solo: Frattesi, con il suo modo di giocare liquido, non legato a ruoli o schemi prestabiliti, ha cambiato la pelle della squadra di Spalletti. Insieme a Barella l’ha resa profonda, agile, imprevedibile, anche grazie alla presenza di un attaccante centrale come Raspadori che con i suoi movimenti a uscire ha destabilizzato l’Ucraina.

«L'importante era portare a casa il risultato, i tre punti erano fondamentali. Devo migliorare ancora tanto, è normale che non sia titolare nell'Inter, ma queste partite mi faranno crescere molto»: mica tanto normale che nell’Inter non sia tiotolare uno così. Certo, un reparto che ha Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan non è facile da scardinare, da rivoluzionare: ma siamo certi, e non potrebbe essere altrimenti, che sabato nel derby Inzaghi ci farà più di un pensierino, perchè in pochi hanno un giocatore del genere, completo e in crescita esponenziale.

Frattesi si è preso San Siro e non è certamente un caso. Sarà casa sua per i prossimi anni, lo sarebbe stata anche qualora fosse passato al Milan: il braccio di ferro tra le milanesi per prenderlo dal Sassuolo è stato uno dei tormentoni dell’estate del mercato. l’Inter alla fine ha avuto la meglio sborsando 33 milioni, mica noccioline: sei milioni sono stati pagati subito mentre i 5 di bonus più obbligo di riscatto scatteranno a febbraio 2024.

Il Milan, che pure ha un centrocampo a cinque stelle, si sarà mangiato le unghie vedendo cosa ha combinato in maglia azzurra quel ragazzo chde vuole somigliare a De Rossi, non solo nella perttinata ma soprattutto nel cuore, nella voglia di correre e sacrificarsi. Ma nell’affare alla fine ha pesato la scelta del ragazzo, tempestato di messaggi e telefonate da Inzaghi.

Non è stata soltanto una doppietta salvifica, ma una vera e propria investitura. Sette presenze, tre reti: non ci sono riusciti neppure attaccanti di grido ma il ragazzo romano sì: Spalletti ci sta pensando, la maglia da titolare difficilmente cambierà padrone. Perchè di Frattesi, oggi, ce n’è soltanto uno.

 

LA MANONA DI ROMANO'

Di nome fa Yuri, di cognome Romanò. E’ un gigante di 2.03 per un quintale, le gambe di caucciù, l’elevazione mortifera e soprattutto una mano come un martello: le sue schiacciate, i suoi 21 punti personali, combinati con i 22 di Michieletto, hanno trascinato l’Italia oltre la diga olandese, in quella che poteva essere la serata della delusione più terrribile e invece si è trasformata in un trionfo che ci ha portato dritti alla final four europea di Roma.

Monzese, classe 1997, Yuri è un prodotto del grande vivaio lombardo: da Bergamo a Milano fino a Piacenza la sua è stata unba crescita lenta e costante, un talento come pochi altri che però ha dovuto faticosamente costruirsi a livello fisico per arrivare ai massimi livelli e diventare, oggi, una delle armi letali della Nazionale di Ferdinando De Giorgi.

Grazie alle sue martellate siamo tra le migliori quattro d’Europa, e stasera a Roma (ore 21, diretta Raidue) affronteremo la Francia di Giani, altra gloria del volley italiano. «Pensavo di patire meno l`emozione invece non è stato così – spiega il ct De Giorgi – è stata una partita di quelle vere, il pubblico è stato eccezionale, ci hanno sostenuto di continuo ed è stato un valore aggiunto che abbiamo sentito, poi ovviamente i punti li dobbiamo fare noi ma è stato importante sentirli così vicini. I quarti sono il passaggio più delicato per potersi poi giocare le medaglie e per le squadre che sono tra le favorite. Si rischia tanto perché ci arrivano squadre che sanno giocare, anche se con un tasso tecnico sulla carta inferiore però poi il campo mostra grande equilibrio. I ragazzi erano preparati a battagliare e oggi lo hanno fatto. Alcune cose poi si possono fare sicuramente meglio, poi c`è stato un avversario oggettivamente che ha spinto molto con un riferimento importante come Nimir. I ragazzi hanno tenuto duro sono stati dei guerrieri e insieme sono riusciti a trovare la strada per la vittoria. Sono stati molto compatti ed hanno trovato l`energia ed il modo per uscirne, si sono sostenuti nelle difficoltà. Ora dobbiamo recuperare e provare a migliorare quelle piccole cose, aggiustamenti, come ad esempio alcuni momenti in cui abbiamo avuto troppa foga». Russo è in forse, ma con un Romanò del genere nulla è impossibile.
 

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