Il segretario Pd di Prato: «Se dagli iscritti arrivasse un voto negativo dovrei dimettermi»
Parla Marco Biagioni dopo la fumata grigia che ha escluso il congresso anticipato ma ha dato il via libera all’assemblea di gennaio
PRATO. «Di necessità, virtù». Usa l’adagio più adatto per l’occasione, Matteo Biffoni, ex sindaco e oggi consigliere regionale, nel commentare la fumata “grigia” di lunedì pomeriggio dopo l’incontro con il segretario regionale Pd Emiliano Fossi e il responsabile organizzazione, il deputato Luca Sani. Fumata “grigia” perché alla richiesta dei Dem pratesi di anticipare a dicembre il congresso provinciale (assise che sarebbe stata utile per un lungo chiarimento non solo sulla linea del Pd, ma anche su quanto accaduto a giugno scorso con l’avviso di garanzia a Ilaria Bugetti), il regionale ha rimarcato sulle difficoltà tecniche e logistiche nell’approntare un congresso nel giro di pochi giorni. Altro che dicembre, il congresso straordinario non si sarebbe potuto celebrare comunque prima di febbraio. «Anagrafe degli iscritti, mozioni, candidature, passaggi burocratici – commenta il segretario provinciale Marco Biagioni – il segretario regionale e l’onorevole Sani sono stati chiarissimi sui tempi. Non avremmo potuto aprire il congresso provinciale prima di febbraio, sostanzialmente già in campagna elettorale per le amministrative di primavera. Una cosa illogica e impossibile».
Sulla stessa frequenza d’onda Matteo Biffoni, controparte importante oggi che nella sua figura riassume la minoranza del Pd, l’ala riformista, che accetta la proposta di Fossi di aprire una fase di ascolto diretta con gli iscritti al Pd provinciale per arrivare, attraverso delle mozioni tematiche, ad una assemblea generale dei tesserati in cui, uno per uno, si voterà la parte prescelta. Insomma, una testa un voto; fuori dai nomi e dalle candidature. «Un esperimento che può essere un laboratorio politico», spiega Biagioni, e «in cui nell’assemblea generale degli iscritti si voteranno le mozioni, partendo dal generale per arrivare al locale, ossia a Prato, alle questioni urgenti della città, agli appelli per far rinascere la città», aggiunge Biffoni. «Ma far rinascere anche il Pd – puntualizza Biagioni – perché anche di questo c’è bisogno». Una scelta che trova, comunque, già molti proseliti, è quella di aprire le candidature a sindaco attraverso le primarie. Decisione quest’ultima che potrebbe rendere il Pd protagonista della cronaca politica della città nei prossimi mesi.
«Non nego che avrei preferito il congresso anticipato come richiesto dal segretario provinciale, ma comprendo anche la ristrettezza dei tempi – giudica così Biffoni – l’assemblea generale degli iscritti, dopo una discussione nei circoli, è un buon compromesso. L’iscritto giudicherà la singola mozione presentata, al di là dei nomi, e da qui scaturiranno le scelte. Una cosa mi sembra importante: che tutti gli iscritti vengano ascoltati e si possano esprimere». I tempi stringono. «Fra fine dicembre e inizio gennaio, dopo l’Epifania, saremo in grado di organizzare l’assemblea generale degli iscritti», spiega Biagioni che dovrà chiamare all’appello circa 1500 tesserati di Prato e provincia. Ma quale sarà il futuro del segretario provinciale? «In teoria il segretario provinciale resterebbe in carica fino alla scadenza naturale del mandato (autunno 2026, ndr). È certo che se nell’assemblea generale dovesse prevalere una mozione che chiaramente non poggia sulle linee guida espresse dal segretario, dovrei onestamente riconoscerlo e quindi dimettermi e porre il Pd sotto un gerente temporaneo». Il tentativo di una spallata a Biagioni da parte dei riformisti potrebbe farsi avanti. Ma attenzione. Matteo Biffoni, politico navigato che come dice viene dal “Vecchio Testamento”, sa bene che un partito politico, in acque agitate come quelle di oggi, ha bisogno di un capitano. Ed è rischioso cambiare sotto elezioni un segretario politico.
