«Mi ha chiesto un bracciale, poi mi ha massacrato con una pietra: sentivo il sangue colare» – Elba, il racconto della gioielliera rapinata
La 78enne commerciante di Portoferraio ripercorre gli attimi drammatici vissuto dentro al negozio: arrestato un uomo di 50 anni che è stato trovato poche ore dopo il colpo. Aveva sempre con sé la refurtiva
PORTOFERRAIO. «No. Non ho avuto paura di non farcela. La testa sembrava mi esplodesse per il dolore, non vedevo più per il sangue che usciva. Ma non ho mollato, ero arrabbiata da morire. E urlavo con tutta la voce che avevo». Loretta Boldri racconta così quei secondi che sembravano non passare mai. Lei stesa sul pavimento, un uomo che stringe un sasso nella mano e la colpisce ripetutamente. Poi la lascia a terra tramortita, arraffa più gioielli che può, esce dalla gioielleria all’angolo tra Calata Italia e viale Elba e scappa.
Rapina violenta
Una rapina violenta e sotto certi aspetti incredibile, consumata alle 9,30 di mattina di lunedì 24 novembre nel cuore dell’area portuale di Portoferraio. Un incubo per Loretta Boldri, titolare con il marito Carlo Gasparri dell’attività commerciale sul porto. Nel pomeriggio di lunedì 24 novembre, dopo circa 6 ore e mezza dalla rapina, un uomo di 50 anni di origine pugliese e residente all’Elba è stato arrestato dai carabinieri, appena sbarcato dal traghetto sul porto di Piombino e con dei gioielli nascosti in uno zaino.
Le condizioni della vittima
L’elbana di 78 anni, soccorsa dai sanitari della Pubblica Assistenza di Porto Azzurro è stata portata al pronto soccorso di Portoferraio per le ferite riportate alla testa e in altre parti del corpo. Per fortuna, già nella mattina di martedì 25 novembre, Loretta è tornata a casa con il marito Carlo Gasparri, ex campione di pesca in apnea e autentico personaggio elbano. È ancora scossa per quanto accaduto. Ma il fisico gracile e la voce bassa non traggano in inganno: proprio come il marito Carlo quando si immergeva nella profondità del mare anche Loretta non è una donna che molla facilmente.
Il racconto
«Come sto? Sono a casa, anche se mi sembra che mi sia passato sopra un trattore – risponde con prontezza al Tirreno – Mi hanno applicato dei punti di sutura alla testa, ho altre ferite al viso per le sassate che ho subito, ho anche una costola rotta. Insomma, sono stata meglio di così. È stata davvero una brutta esperienza». Poi, con lucidità, riavvolge il nastro di una mattina come tante altre, fino a quando quell’uomo calvo, con indosso una giacca a vento scura e un paio di occhiali tirati su sulla testa, varca la porta della gioielleria. Loretta crede sia il primo cliente della giornata. Non è così.
L’inganno e l’aggressione
«Si è presentato normalmente – racconta – mi ha detto che aveva i soldi di una colletta per fare un regalo a un collega che andava in pensione. Voleva che gli mostrassi delle collane. Mi ha parlato di un budget di circa 1.200 euro, poi ha chiesto se poteva pagare con la carta. Gli ho risposto che non c’erano problemi. Gli ho fatto vedere alcuni pezzi che avevo nei plateau che stavo sistemando in vetrina, la cassaforte era aperta. Quei gioielli, tra l’altro, sono fissati con delle spille e non possono essere presi facilmente. Quell’uomo mi ha chiesto di vedere anche un bracciale che si trovava dietro di me, a quel punto mi sono voltata. Lui era davanti al banco, quando mi sono girata di nuovo l’ho trovato dietro il banco, proprio accanto a me».
La violenza
È stato un attimo. La commerciante è stata aggredita con una violenza inaudita. «Mi ha afferrato per le spalle e mi ha trascinato per terra – racconta Loretta – poi ha tirato fuori un sasso e mi ha colpito alla testa e al volto, più volte. Io urlavo con tutta la voce che avevo in corpo, lui mi offendeva e mi diceva di stare zitta. Ho sentito tanto male alla testa, a un certo punto sembrava esplodermi per il male che mi faceva. E poi il sangue dappertutto, mi colava sugli occhi. Non vedevo più niente. Urlavo forte, ma i vetri infrangibili della gioielleria sono particolarmente spessi, il rumore è ovattato e da fuori si sente poco. Lui mi ha lasciato a terra dolorante, ha preso quello che poteva prendere ed è scappato. È stato terribile. Ma no, non ho avuto paura di non farcela, ero troppo arrabbiata per quello che avevo subito per avere paura».
La gratitudine verso i carabinieri
Loretta mai aveva vissuto un’esperienza simile. «Qualcuno che vuole fregare un pezzo? Sì, mi è capitato. Ma la violenza no, mai». Anche nelle brutte storie, tuttavia, c’è qualcosa da salvare. «I carabinieri, senza dubbio – racconta la donna – sono stati splendidi, professionali e molto sensibili. Li ringrazio con tutto il cuore». Martedì 25 novembre i militari della compagnia guidata dal capitano Giuseppe Boccia sono andati a trovare la commerciante e le hanno regalato una Stella di Natale. «Quello che hanno fatto i carabinieri per noi e quello che fanno per tutta l’Elba è straordinario – racconta Carlo Gasparri – sono presenti e ci sono stati vicini. Questa è una cosa da mettere in evidenza, non posso che essere grato a loro per quello che hanno fatto».
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