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Prato, la piscina cade a pezzi: il "pallone" solo a fine novembre, allenamenti impossibili

di Alessandro Pattume

	Il “pallone” della piscina di via Roma: anche quest’anno bisognerà aspettare
Il “pallone” della piscina di via Roma: anche quest’anno bisognerà aspettare

L’impianto di via Roma in condizioni precarie: ennesimo rinvio. Le società sportive non sanno dove allenarsi ed è a rischio anche l’iscrizione ai campionati

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PRATO. Ottobre è quel momento dell’anno in cui gli atleti delle società sportive che si allenano nella piscina di via Roma sanno che può succedere di tutto. E infatti, ecco che succede. Prima il ritardo nel montaggio della copertura della vasca da 50 metri, quella che serve soprattutto alle squadre maggiori di pallanuoto e sincronizzato. Poi la caduta di calcinacci e cemento armato che martedì ha costretto il Comune a chiudere l’impianto per le verifiche strutturali del caso. Doveva rimanere chiuso per tre giorni; invece riaprirà solo alla fine della settimana prossima facendo però slittare il montaggio della copertura invernale alla fine di novembre. E per gli atleti del nuoto la beffa è servita anche quest’anno.

L’eterna emergenza

«Finora è stata dura allenarsi in notturna all’aperto, farlo ancora per un mese è impensabile», dice il presidente dell’Azzurra Nuoto Alessandro Bartolozzi, che sta chiedendo da tempo alternative e che teme soprattutto quello successo già lo scorso inverno, quando la piscina chiuse a ottobre e riaprì solo a gennaio. Quella chiusura serviva alle operazioni di montaggio del pallone ma soprattutto all’adempimento delle prescrizioni che l’Asl impose per riaprirlo all’attività delle società sportive. Sta succedendo lo stesso in questi giorni, con l’aggiunta della chiusura per la caduta dell’intonaco. Le verifiche tecniche predisposte dal Comune procedono spedite e si spera che terminino entro la prossima settimana. Ma le incognite si sommano alle incognite. Prima di montare il pallone invernale ci saranno nuovi interventi da fare. «Il montaggio del pallone comporta il rispetto di alcune prescrizioni imposte dall’Asl e, quindi, l’avvio di importanti lavori di manutenzione – spiegava una nota del Comune la settimana scorsa – Una volta installata la copertura, il Comune dovrà verificare l’integrità del rivestimento del piano vasca, delle pareti e del fondo della vasca stessa. Operazioni che devono essere compiute dopo lo svuotamento della vasca, la quale poi dovrà essere riempita in vista della ripartenza delle attività sportive». E intanto passano le settimane e saltano gli allenamenti, in attesa dell’ennesima soluzione provvisoria.

L’odissea della pallanuoto

Qualcosa in più se ne saprà martedì, quando le società sportive si ritroveranno in Comune con il Commissario straordinario, il Coni e il Cgfs, gestore dell’impianto. «Ho nove squadre di pallanuoto e se i più piccoli possono allenarsi anche in altri impianti al chiuso, gli adulti hanno bisogno di spazio e di profondità – spiega Bartolozzi – Dobbiamo capire quando verrà rimontato il pallone e come organizzarci nel frattempo». La soluzione più veloce, quella adottata durante l’emergenza dello scorso inverno, è spostare l’attività nell’impianto di viale Galilei con l’intervento del Comune. «E poi dove faccio giocare le partite di queste nove squadre se anche la Costoli di Firenze è chiusa fino a gennaio? – si chiede Bartolozzi – E se non riesco ad allenarmi come si deve, mi conviene iscrivermi ai campionati?».

Quella appena cominciata doveva essere l’ultima stagione in via Roma. E invece lo Stadio dell’acqua di Iolo aspetta ancora la posa della prima pietra e bisognerà aspettare ancora. Di vere alternative non ce ne sono, soprattutto per la pallanuoto. l
 

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