Prato, scarcerata la donna che ebbe un figlio dal suo allievo minorenne
Il Tribunale di sorveglianza di Firenze ha accolto la richiesta degli avvocati e ha disposto l’affidamento in prova ai servizi sociali
PRATO. E’ stata scarcerata e affidata in prova ai servizi sociali di Prato la donna di 37 anni che nel 2023 era stata condannata a 6 anni e 5 mesi per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore: ebbe un figlio con un suo allievo quindicenne che prendeva da lei lezioni private d'inglese. La decisione di affidarla ai servizi sociali, accogliendo un’istanza dei suoi avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri, è del Tribunale di sorveglianza di Firenze. La donna fruirà di una borsa lavoro di tre mesi presso un'associazione e sarà assunta come operatrice socio-sanitaria (Oss) part-time da una cooperativa sociale per fare assistenza domiciliare ai pazienti. Il Tribunale di sorveglianza ritiene che ci siano i presupposti per la scarcerazione della donna, finora detenuta a Sollicciano, anche rispetto a una revisione critica dei fatti che lei potrà portare avanti meglio all'esterno del carcere con l'aiuto dell'Ufficio dell'esecuzioni penali esterne (Uepe).
«La cliente ha affrontato tutti i passi ritenuti necessari dalla giustizia, che ha ossequiato in ogni particolare, mostrando acquiescenza alla sentenza – spiegano i difensori, che l'hanno seguita nel lungo percorso giudiziario e riabilitativo –
Siamo soddisfatti per la decisione del tribunale che ha ritenuto la cliente pronta per il dovuto reinserimento nella società e soprattutto per il riapproprio dei propri affetti personali, tra cui il figlio tanto discusso. Siamo certi che una volta conclusasi la vicenda processuale, si possa passare alle dovute riflessioni sulla vicenda personale della ragazza, che è complessa, intrisa di molteplici aspetti che devono, o quantomeno dovrebbero essere, oggetto di un'analisi sociologica di più ampio respiro e interesse».
In precedenti valutazioni della Sorveglianza emergeva che la condannata tendeva a sminuire le sue responsabilità e questa valutazione ha fatto respingere nel febbraio 2025 una prima richiesta di detenzione domiciliare e di affidamento in prova. Ora il tribunale ha mutato orientamento. La Corte di Cassazione confermò la condanna definitiva nel 2023. Atti sessuali e violenza su minore risalgono a un periodo che va dal 2017, quando l'allievo aveva 13 anni, ai primi mesi del 2019.