Licenziato il bidello di Prato che preferiva le parole crociate alla pulizia delle aule
La preside dell’istituto lo caccia dopo le proteste delle colleghe: in un paio di occasioni avrebbe creato non pochi problemi dimenticandosi di aprire i cancelli su un lato della scuola
PRATO. Gli dicevano di pulire i corridoi e lui invece puliva le coppe in bacheca; di spostare un sacco e diceva di avere il raffreddore; di aiutare le colleghe e lui apriva la Settimana Enigmistica. Sembra un compendio di tutti i luoghi comuni sulla poca voglia di lavorare di certi bidelli la vicenda che ha portato al licenziamento di un collaboratore scolastico assunto nel settembre dell’anno scorso alla scuola media Malaparte di via Baldanzi.
Si tratta evidentemente di un caso limite, come traspare da una recente sentenza del giudice del lavoro Cristina Mancini, che ha respinto il ricorso del bidello e ha confermato il licenziamento.
La storia inizia il 2 settembre 2024 con la firma del contratto di assunzione a tempo indeterminato, con decorrenza dal giorno precedente, il tanto agognato posto fisso di zaloniana memoria che dovrebbe essere il coronamento di un sogno. Ma come in “Quo vado” di Checco Zalone, ben presto il posto fisso viene tradotto nella possibilità di fare il minimo indispensabile, certe volte nemmeno quello.
Le colleghe del bidello raccontano che l’uomo non ne voleva sapere di pulire i corridoi. Preferiva concentrarsi sulle bacheche dove sono custodite le coppe vinte dagli studenti in qualche manifestazione sportiva. Oppure puliva solo il tetto degli armadi. Sembrava ossessionato dagli orologi, ai quali chiedeva continuamente di cambiare le pile. In un paio di occasioni avrebbe creato non pochi problemi dimenticandosi di aprire i cancelli della scuola di via Baldanzi che danno su via Pelagatti, dietro alla Camera di commercio. Insomma, un paradiso per lui, un inferno per chi era costretto a lavorargli accanto, tanto che già a ottobre, un mese dopo la sua assunzione, era stato sottoposto a un procedimento disciplinare, poi archiviato.
Il 24 ottobre la misura era già colma e c’è stato un incontro tra le colleghe del bidello svogliato e la preside della scuola. In quell’occasione le altre collaboratrici scolastiche hanno fatto un elenco di rimostranze, in particolare sul fatto che il bidello si era dimostrato poco collaborativo, aveva quelle strane ossessioni cui si è accennato prima e quando c’era da pulire storceva il naso, tanto che la collega costretta a rimanere con lui fino alle sette e un quarto di sera aveva chiesto di cambiare i turni.
Gli era stato chiesto di togliere i cartoncini dalle porte delle aule per pulirle, hanno raccontato, lui aveva iniziato e poi aveva smesso “manifestando la propria noia”. In altre occasioni sembrava preferire mansioni secondarie “che comportavano una certa rischiosità” piuttosto che farne altre più urgenti. In un caso, alla collega che gli diceva di fare attenzione alla pulizia di una stanza aveva risposto in modo brusco chiedendole se per caso volesse anche un tappeto rosso.
Insomma, un corpo estraneo, che è stato espulso dalla scuola con un provvedimento di recesso dal contratto, che è stato firmato dalla preside il 7 novembre 2024, cioè poco più di due mesi dopo l’assunzione. Il collaboratore scolastico ha fatto ricorso, ma il giudice del lavoro, esaminate le testimonianze, ha deciso che quel licenziamento era giusto per l’inadeguatezza del ricorrente alle mansioni che gli erano state affidate.