Lutto
Prato, arrestato il commercialista della “truffa delle facciate”: chi è e le accuse
Il professionista, 56 anni, è stato messo ai domiciliari all’esito dell’interrogatorio sostenuto davanti al gip
PRATO. È stato messo agli arresti domiciliari il commercialista Maurizio Granchelli, 56 anni, di Lucera, nei cui confronti era scattato la scorsa settimana un sequestro per 2,5 milioni di euro nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Prato che ipotizza una grossa truffa sui bonus fiscali nelle ristrutturazioni edilizie. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari all’esito dell’interrogatorio cui è stato sottoposto il commercialista dopo la richiesta di arresto presentata dalla Procura.
Il meccanismo sotto accusa
Secondo la Procura il commercialista aveva aperto un conto corrente online, una posta certificata e un’utenza telefonica intestata a un pensionato di Foggia che sarebbe morto di lì a poco. In questa maniera sarebbe riuscito a inserire nei cassetti fiscali di 500 persone, in gran parte residenti a Lucera (Foggia) e totalmente ignare delle operazioni, crediti di importo inferiore ai 10.000 euro. Alcune di queste persone sono minorenni, altre addirittura sono decedute.
L’impresa formalmente riconducibile al pensionato morto ha così accumulato crediti d’imposta per milioni di euro, parte dei quali sono stati girati a una società riconducibile al commercialista. Un’altra parte dei crediti è stata ceduta ad altri soggetti, che hanno compensato debiti erariali. Il provento di questo commercio è poi tornato sul conto aperto a nome del pensionato, che era nella disponibilità del commercialista, che intanto ha ordinato un Rolex da 20.000 euro, bloccato dalla Finanza prima che venisse consegnato al destinatario. Il commercialista è accusato di truffa ai danni dello Stato, emissione di fatture per operazioni inesistenti, autoriciclaggio e compensazione indebita di crediti inesistenti.
Il coinvolgimento di Prato
Procede la Procura di Prato perché una parte del provento della presunta truffa è transitato da Prato, grazie ad alcuni imprenditori compiacenti cinesi, per essere poi trasferito su conti correnti in Cina e Irlanda.