Lutto
Livorno, ispezione in Baracchina Rossa: sequestrati 40 chili di alimenti
Multa di 1.500 euro per mancata tracciabilità dei prodotti. I dettagli dell’operazione dei carabinieri
LIVORNO. Quasi quaranta chili di alimenti sequestrati e una multa di 1.500 euro alla titolare dell’attività. È questo l’esito di un’ispezione in Baracchina Rossa a Livorno.
I fatti
Chi nel pomeriggio di giovedì scorso è passato da viale Italia non ha potuto non notare quelle auto dei militari dell’Arma parcheggiate per ore davanti alla Baracchina Rossa. E dall’ispezione sono emerse – e poi contestate alla titolare – violazioni per omessa tracciabilità degli alimenti per un totale di una quarantina di chili.
Da quello che abbiamo potuto vedere, i carabinieri sono rimasti per molto tempo all’interno del locale, impegnati a controllare i documenti oltre che gli alimenti pronti per la somministrazione. E non è escluso che l’attività ispettiva nel locale, nato nel 1897 come chiosco per la vendita di bibite e gelati, rientri nell’ambito del servizio coordinato a largo raggio, esteso su tutto il territorio livornese e durato 24 ore, che ha tenuto impegnati i carabinieri del Comando provinciale di Livorno.
Le contestazioni
Alla titolare del locale sarebbe dunque stata contestata l’omessa tracciabilità di una quarantina di chili di alimenti. La tracciabilità degli alimenti è parte di una materia molto più ampia, quella della sicurezza alimentare in generale: ne rappresenta però un elemento fondamentale grazie al quale vengono fornite ai consumatori informazioni accurate sui prodotti affinché questi ultimi possano fare scelte consapevoli, garantendo la circolazione di alimenti sani e sicuri grazie alla possibilità di ricostruire l’intero percorso dei prodotti, dalla materia prima al consumatore finale.
Sia chiaro: non significa che gli alimenti controllati e poi sequestrati in Baracchina Rossa fossero avariati o comunque non in buone condizioni, ma comunque non a norma. Sì, perché con il regolamento europeo 178/2002, a partire dal 1° gennaio 2005, la tracciabilità alimentare è diventata obbligatoria in tutta l’Unione Europea: in altre parole, è stato imposto a tutte le attività di ristorazione che operano sul territorio europeo di disporre di un sistema di rintracciabilità dei prodotti con la possibilità di seguire, attraverso un’attenta procedura di registrazione, ogni fase del percorso produttivo (e gli eventuali controlli) di un alimento, da monte a valle della filiera, cioè dalle materie prime fino al prodotto finito, attraverso lotti e codici prodotto assegnati durante ogni fase del processo e ulteriori opportune informazioni. E quando questi mancano, in caso di ispezione, si procede con la sanzione.
La multa
La mancata identificazione e registrazione del percorso di un alimento dalla produzione alla vendita comporta sanzioni amministrative pecuniarie per gli operatori del settore che varia tra 750 e 4.500 euro. Il Tirreno ha provato più volte a contattare la titolare dell’attività per chiederle di dare la propria versione dei fatti ma si è trincerata dietro al silenzio, preferendo non rispondere.
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