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L’inchiesta

Prato, scatta un sequestro da 11 milioni per una serie di truffe sui crediti d’imposta: l’elenco degli indagati

Prato, scatta un sequestro da 11 milioni per una serie di truffe sui crediti d’imposta: l’elenco degli indagati

Coinvolto un commercialista che avrebbe redatto falsi bilanci per ottenere agevolazioni fiscali

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PRATO. Un sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro è stato eseguito su disposizione della Direzione distrettuale antimafia della procura di Firenze, che ha coordinato l'intervento con il supporto del comando provinciale della guardia di finanza e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) nei confronti di presunti appartenenti a una rete criminale specializzata in frodi fiscali tramite finti crediti d'imposta per la ricerca.

I dettagli dell’operazione

L'operazione riguarda cinque regioni italiane: Toscana, Lazio, Campania, Veneto e Sardegna. Il provvedimento cautelare reale, spiega una nota della Procura, è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, in accoglimento delle richieste formulate dalla Dda, ed è finalizzato alla confisca di beni - immobili, terreni, società e disponibilità finanziarie - ritenuti provento di reati tributari, tra cui indebite compensazioni fiscali e emissione di fatture per operazioni inesistenti. L'indagine investigativa era stata avviata nel 2020 dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Firenze-Gico, con il supporto dello Scico, che ha messo nel mirino una presunta organizzazione criminale che avrebbe operato tra Firenze, Prato e Salerno. Tra i componenti anche persone con qualifiche professionali nel settore contabile, accusati, spiega la procura, «di aver sistematicamente acquisito società con lo scopo di generare compensazioni indebite di debiti tributari sfruttando crediti fiscali fittizi, formalmente legati a inesistenti progetti di ricerca e sviluppo».

Fatture false e progetti tecnologici: il sistema

Il sistema di frode emerso dalle indagini sarebbe incentrato sull'emissione di fatture false, sul rientro in contanti di somme da conti correnti esteri e sulla costruzione ad hoc di progetti tecnologici - tra cui intelligenza artificiale, blockchain, sistemi olografici e prodotti biodegradabili e biocompatibili – tutti predisposti a tavolino. Secondo la Dda, a guidare l'organizzazione un ingegnere salernitano, «figura 'autorevole - si legge nella nota - che curava l'aspetto scientifico delle attività fittizie, in stretta collaborazione con un commercialista pratese, incaricato di confezionare bilanci fasulli in modo da rientrare nei requisiti per ottenere agevolazioni fiscali per start-up innovative». Il sequestro scaturisce dall'ampliamento delle indagini già sfociate lo scorso 1° luglio nell'esecuzione di un'ordinanza dello stesso giudice nei confronti di 15 indagati, 3 arresti in carcere e 12 ai domiciliari, con accuse che vanno dall'emissione di fatture per operazioni inesistenti alle indebite compensazioni, fino all'associazione per delinquere. I nuovi sviluppi investigativi, anche di natura patrimoniale, avrebbero consentito di quantificare i presunti profitti illeciti per ciascuna società ancora attiva e persona fisica coinvolta. Sulla base di questi elementi, il giudice ha disposto il sequestro preventivo nei confronti di 8 società (con sedi nelle province di Firenze, Prato, Bologna e Roma) in forma diretta, e di 5 persone fisiche, tutte indagate per indebite compensazioni, in forma per equivalente.

L’elenco degli indagati

Ecco l’elenco dei 18 indagati nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia: Giuseppe Attianese, 51enne di Sant’Egidio del Monte Albino, Elio Battistoni, 63enne di Scandicci, Angelica Brunelli, 48enne di Prato, Pasquale Cassese, 40enne di San Giorgio a Cremano, Leonardo Cecconi, 59enne di Prato, Filippo Gerardo Cozzolino, 43enne di Torre del Greco, Catello Fabio Di Martino, 53enne di Castellammare di Stabia, Antonio Galietta, 55enne di Avellino, Domenico Gorgoglione, 62enne di Albano di Lucania difeso dall’avvocato Luigi Poziello, Ugo Guida, 54enne di Nocera Inferiore, Federica Natola, 35enne di Firenze, Gianfranco Pala, 62enne di Vicenza, Antonio Pezone, 62enne di Vinci, Rocco Rainone, 55enne di Firenze, Ciro Solaro, 30enne di Nocera Inferiore, Vincenzo Solaro, 59enne di Nocera Inferiore, Pierluigi Trastulli, 61enne di Subiaco, Valentino Schettino, 38enne di San Giovanni in Persiceto. Il capo della holding, stando alla ricostruzione dei pm, sarebbe stato il campano Vincenzo Solaro, proprietario e amministratore di molteplici società, oltre che ideatore del sistema con cui creava crediti di imposta inesistenti in favore delle aziende in questione.

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