Il Tirreno

Prato

Conseguenze dell'inchiesta

Prato, la sindaca indagata e il bivio del Pd: resistere o mollare. I rischi in vista delle elezioni regionali

di Paolo Nencioni

	La sindaca di Prato Ilaria Bugetti
La sindaca di Prato Ilaria Bugetti

Il partito fa quadrato, ma all’orizzonte c'è l'appuntamento elettorale

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PRATO. E ora che succede? Se lo sono chiesti e se lo stanno chiedendo in queste ore i partiti, gli assessori e i semplici cittadini alle prese col terremoto politico innescato dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che accusa la sindaca Ilaria Bugetti di corruzione in concorso con l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci e chiede gli arresti domiciliari per lei e il carcere per lui.

Nel caso in cui il giudice per le indagini preliminari dovesse accogliere la richiesta degli arresti domiciliari per Ilaria Bugetti, la sindaca non potrebbe esercitare le sue funzioni in maniera completa, e se per qualche motivo dovesse essere sospesa temporaneamente dalle sue funzioni, il testimone passerebbe al vice sindaco Simone Faggi. Diverso è il discorso da fare nel caso la sindaca decidesse di dimettersi. In questo caso il Comune entrerebbe in gestione commissariale e si andrebbe verso nuove elezioni.

Gli scenari politici

Ma sono gli scenari politici, più di quelli giudiziari, che in questo momento solleticano le maggiori suggestioni. La coalizione che ha sostenuto l’elezione di Ilaria Bugetti deve decidere che cosa fare. Al momento il Partito democratico al completo ha fatto quadrato intorno alla sua sindaca, e sarebbe stato strano il contrario. Ma questo succede oggi. Domani le cose potrebbero cambiare, anche perché all’orizzonte ci sono le elezioni regionali e la situazione di Prato potrebbe cambiare delicati equilibri.

Il bivio dei due mali del Partito Democratico

Il Partito democratico, in particolare, si troverà prima o poi davanti a un bivio, cioè la scelta tra due mali: chiedere alla sindaca di fare un passo indietro oppure sostenerla a oltranza tenendola sulla graticola per tutto il tempo, non breve, in cui si svilupperà l’inchiesta della magistratura. Il male minore, in questo caso, potrebbe essere sostenere una sindaca che è stata eletta appena un anno fa, anche nella speranza che il caso si sgonfi. La situazione comunque è in evoluzione e andrà monitorata giorno per giorno. Fino alla decisione del gip non si prevedono novità su questo fronte.

Le reazioni e la difesa del Pd


Intanto fioccano le reazioni. «Conosco e apprezzo Ilaria Bugetti per la sua dedizione alla città di Prato e la sua passione nell'impegno politico – ha detto nel tardo pomeriggio il presidente della Regione Eugenio Giani – Le sono vicino, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura e certo che saprà rispondere con chiarezza e trasparenza a quanto sollevato dal procedimento in atto». Sulla stessa falsariga le dichiarazioni dei vertici del Pd. «A nome mio e del Pd Toscana – ha dettato il segretario regionale Emiliano Fossi – esprimo piena vicinanza e affetto alla sindaca di Prato Ilaria Bugetti, che sono certo saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti e la correttezza del suo lavoro, correttezza che la contraddistingue sia a livello politico che morale». Secondo il deputato Marco Furfaro, Ilaria Bugetti «ha fatto bene a mettersi immediatamente a disposizione della magistratura, dimostrando ancora una volta il suo rispetto per le istituzioni e la trasparenza che ha sempre contraddistinto il suo operato». «Conosciamo Ilaria e la sua storia politica – gli fa eco il segretario provinciale del Pd Marco Biagioni – Ha sempre operato con trasparenza e correttezza. Siamo certi che saprà chiarire ogni aspetto nelle sedi opportune».

Centrodestra all'attacco...ma non troppo

Sul fronte opposto, quello del centrodestra, non si nota un particolare accanimento, ma certo c’è la volontà di mettere i puntini sulle i.

«In attesa che la magistratura si pronunci sull’eventuale accoglimento della misura richiesta – scrivono in una nota i gruppi di opposizione in consiglio comunale – riteniamo doveroso evidenziare il complesso scenario che si va prefigurando. La città di Prato si trova ora a dover affrontare un passaggio estremamente delicato, che, indipendentemente dall’esito finale dell’inchiesta, rischia di compromettere l’operatività, già discutibile, dell’amministrazione comunale in carica. Riteniamo fondamentale che, in questa fase, venga mantenuto il massimo rispetto per l’attività della magistratura e per i diritti delle persone coinvolte, ma al contempo auspichiamo che, chi riveste incarichi pubblici, e in particolare la carica di sindaco, garantisca non solo la correttezza sostanziale del proprio operato, ma anche la piena agibilità istituzionale e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni».

Nemmeno il sottosegretario Giorgio Silli affonda il colpo, ma mette più di un puntino: «Credo che una riflessione vada fatta sull’opportunità del metodo di gestione del potere del Pd in Toscana e sulla connivenza opportunistica di buona parte della classe dirigente. Gestire il potere in funzione del potere, alimentando clientele, anteponendo il partito alle istituzioni, usando queste ultime come campo di battaglia per risolvere i propri problemi interni di corrente, non onora la costituzione e ne offende la dignità». 
 

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