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Prato, Maria Denisa Adas scomparsa da 11 giorni: gli appuntamenti sospetti e le ultime telefonate. Il punto sulle indagini


	Maria Denisa Adas e il residence in cui si trovava a Prato
Maria Denisa Adas e il residence in cui si trovava a Prato

Gli investigatori ricostruiscono le ultime ore prima della sparizione della 30enne romena. Al centro dell’inchiesta due clienti, messaggi inquietanti e una lunga chiamata alla madre

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PRATO. Sono passati ormai undici giorni dalla misteriosa scomparsa di Maria Denisa Adas, la trentenne di origine rumena, residente a Roma, sparita nella notte tra il 15 e il 16 maggio a Prato dove si trovava per il suo lavoro di escort. Il suo caso continua a tenere alta l'attenzione degli investigatori dei carabinieri, diretti dal procuratore Luca Tescaroli, che stanno analizzando ogni elemento utile a ricostruire le sue ultime ore, nel tentativo di capire cosa sia accaduto dopo l'ultima telefonata alla madre.

Telefoni al setaccio

Gli investigatori, come riportato dall’Adnkronos, stanno passando al setaccio i due telefoni in uso alla giovane, cercando di dare un senso ai dati digitali rimasti come un eco del suo ultimo contatto col mondo. Dopo una lunga conversazione telefonica di 38 minuti con la madre, infatti, dai dispositivi di Denisa sono partiti altri due scambi di dati, non riconducibili a vere e proprie telefonate ma piuttosto a connessioni online. Gli inquirenti non sono ancora in grado di dire se sia stata lei stessa a compiere quelle azioni o se qualcuno abbia avuto accesso ai suoi telefoni. Subito dopo, entrambi i cellulari risultano spenti, senza essere mai più riaccesi. Denisa si trovava a Prato, ospite in un residence di via Ferrucci. Come raccontano le sue colleghe, con le quali manteneva costanti contatti tramite chat di gruppo, era solita condividere esperienze e allarmi su clienti problematici. Proprio in una di queste conversazioni aveva inviato la foto di un uomo definito ''pericoloso'', per non aver rispettato i limiti da lei imposti durante un incontro.

Gli ultimi appuntamenti

Due appuntamenti, nella stessa notte, sono ora al centro delle indagini. Alle 20, Denisa avrebbe ricevuto un cliente di cui parlò negativamente nel gruppo. Alle 23:20, un giovane di Pistoia viene immortalato dalle telecamere mentre lascia il residence. Pochi minuti dopo, mentre era ancora al telefono con la madre, la ragazza riceve un'altra richiesta: un uomo albanese chiede di incontrarla quella stessa sera. Dopo questo contatto, Denisa scompare. Le ipotesi al vaglio sono molte: si indaga per sequestro di persona e non si esclude che Denisa possa trovarsi ormai lontano dalla Toscana. Nessuna richiesta di riscatto è mai pervenuta, facendo pensare a un rapimento con altri scopi: un tentativo fallito di coercizione o forse una vendetta personale. La giovane, secondo quanto riferito da chi la conosceva, era spaventata, si sentiva minacciata e temeva addirittura di essere uccisa.

Le testimonianze

Nel registro degli indagati figura al momento solo la madre, Maria Cristina Paun, accusata di aver omesso informazioni importanti durante le prime fasi dell'inchiesta. In particolare, non avrebbe riferito ai carabinieri di alcune telefonate intercorse con un avvocato che, secondo una delle amiche di Denisa, potrebbe essere coinvolto nel rapimento. Tuttavia, la legale della madre, l'avvocato Marianna De Simone, ha smentito categoricamente questa ricostruzione, definendola ''del tutto falsa''. L'avvocato De Simone non ha mai tuttavia espresso dubbi sulla ricostruzione fin qui portata avanti dalla Procura e ha confermato piena fiducia nell'operato della magistratura. La Procura sembra dare credito alla testimonianza dell'amica che ha riferito particolari inquietanti: Denisa sarebbe stata picchiata e seviziata, un dettaglio che, se confermato, aprirebbe scenari ancora più drammatici. Resta il fatto che la ragazza aveva manifestato paura e senso di vulnerabilità, elementi che oggi pesano come macigni sul quadro generale.

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