Il Tirreno

Prato

La ricostruzione

Prato, ucciso ai giardini con una coltellata: la rissa, le urla e la tragedia. Su cosa indaga la polizia

di Paolo Nencioni

	Il luogo dell'aggressione mortale
Il luogo dell'aggressione mortale

La vittima è un 37enne: le forze dell'ordine hanno fermato due persone

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PRATO. Negli stessi minuti in cui in piazza San Pietro usciva la fumata bianca che annunciava la scelta di papa Leone XIV, nei giardini di via Baracca, tra la Chiesanuova e Cilianuzzo, si spegneva una vita, quella di un albanese di 37 anni, ferito a morte da una o più coltellate al cuore al culmine di una rissa con un connazionale.

La tragedia

È successo intorno alle 18,40 di giovedì 8 maggio in un campo di erba alta, che ora mostra i segni di un furioso calpestamento, niente di più. Secondo quanto ricostruito dalla Procura in una nota, sulla scorta dei primi accertamenti compiuti dalla squadra mobile della polizia, tutto è nato da una lite tra due giovani albanesi, durante la quale si sono avvicinati alcuni connazionali, forse tre. Uno di questi ha tirato fuori un coltello e ha colpito all’addome uno dei due litiganti. La lama avrebbe raggiunto il cuore, senza lasciare scampo al trentasettenne. Qualcuno avrebbe visto un paio di auto allontanarsi subito dopo le coltellate. Altri hanno chiamato i soccorsi e un paio di ambulanze sono arrivate nel giro di pochi minuti. Una si è presa cura del ferito più grave, l’altra ha soccorso un ventunenne che presentava una ferita vicino all’occhio ed è stato giudicato in codice giallo. Il medico e i volontari hanno praticato a lungo le manovre di rianimazione sul ferito più grave ma alla fine si sono dovuti arrendere all’evidenza: il cuore aveva smesso di battere e non sarebbe più ripartito. 

Le indagini e la ricostruzione

Nel frattempo era arrivata sul posto anche la polizia con le volanti e gli uomini della squadra mobile, che hanno preso in consegna due persone e le hanno portate in Questura, non è stato detto a che titolo, se di semplici testimoni oppure di partecipanti alla rissa oppure addirittura di responsabili dell’omicidio. La polizia scientifica ha fatto i rilievi sul posto e poi ha proseguito il suo lavoro altrove, forse alla ricerca del coltello usato per uccidere il giovane albanese, che al momento dei primi soccorsi non è stato trovato in possesso dei documenti di identità. Per quanto riguarda la dinamica, la ricostruzione offerta dalla Procura farebbe pensare all’intervento di una persona arrivata in soccorso di uno dei due litiganti, forse quello che stava soccombendo, ma è solo un’ipotesi. Quanto al movente, per ora buio pesto. Se non è stato un delitto d’impeto, potrebbe essere stato un regolamento di conti per vecchie questioni e il luogo scelto forse è del tutto casuale. Un residente che abita da due anni davanti ai giardini tra via Corridoni e via Baracca racconta che lì non ci sono mai stati problemi di sorta. Né di risse né di spaccio di droga. A quell’ora di solito i giardini sono sempre pieni di gente, soprattutto di ragazzi. Ieri pomeriggio per fortuna non c’era quasi nessuno e in ogni caso il punto dove è avvenuto l’omicidio non è di quelli dove si può andare a giocare. C’è una specie di giungla urbana con l’erba alta mezzo metro. Poche decine di metri più in là, quando le auto della polizia sono ripartite, alcuni ragazzi hanno continuato a giocare a pallacanestro come se nulla fosse. Dall’interrogatorio dei due fermati in Questura potrebbe arrivare presto la soluzione del caso.

Agguato mortale

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