Femminicidio
Montemurlo ha celebrato la sua Croce: «Simbolo di pace e di speranza»
La prima volta di don Petre alla guida della processione che rievoca il furto e il ritrovamento della Santa Croce nel 1326
MONTEMURLO. Oggi, 3 maggio, Montemurlo ha celebrato la festa patronale della Santa Croce. Alle ore 16 in punto la piccola croce astile in lamina d'argento, risalente al XIV secolo, ha lasciato la teca sopra l'altare maggiore della pieve di San Giovanni Decollato alla Rocca dove di solito è custodita, ed è stata portata in processione scortata da due carabinieri della locale Tenenza in alta uniforme e dai custodi della Croce con i tradizionali abiti rossi e bianchi. La musica della Filarmonica “Giuseppe Verdi” ha accompagnato lungo tutto il percorso la processione, mentre le celebrazioni religiose sono state guidate dal neo parroco della parrocchia del Sacro Cuore, don Petre Iancu, alla sua prima celebrazione della festa patronale, accompagnato da don Jarek della parrocchia di Fornacelle, da don Gildas della chiesa di Bagnolo e da don Roland. A seguire il gonfalone del Comune di Montemurlo con il sindaco Simone Calamai, gli assessori della giunta Alberto Vignoli, Giuseppe Forastiero, Antonella Baiano, Alberto Fanti, dalla presidente del Consiglio comunale, Federica Palanghi dalla comandante della polizia municipale Enrica Cappelli e da quello della Tenenza dei Carabinieri, il capitano Quintino Preite. Tante le persone che hanno seguito la croce lungo il percorso che dalla piazza della Rocca è scesa in località Morecci ed ha attraversato le strade della vecchia Montemurlo fino al tabernacolo del Campo Santo, luogo, secondo la tradizione, del miracoloso ritrovamento dopo il trafugamento dalla Pieve di Rocca. Una ricorrenza, quella della festa patronale di Montemurlo, che da quel tragico 3 maggio 2021, si lega al triste anniversario della morte di Luana D'Orazio, la giovane operaia morta sul lavoro in un'orditura di Oste. «Nel giorno della festa dei lavoratori, il 1° maggio scorso, abbiamo dedicato a Luana una strada – sottolinea il sindaco Simone Calamai – Un luogo di memoria viva e un monito a istituzioni, imprenditori e cittadini per dire “basta morti sul lavoro”». Il sindaco Calamai ha poi ricordato che la festa della Croce è un'importante tradizione per tutta la comunità montemurlese: «Anche chi non crede, riconosce nella croce un simbolo capace di unire. La Croce, in questo momento così buio per la nostra umanità ferita da guerre, violenze e ingiustizie sociali, non può che rappresentare per tutti noi un simbolo di pace e di speranza per un mondo migliore. Proprio come quella giustizia e attenzione che abbiamo invocato il 1° maggio scorso per fermare le morti sul lavoro». Il parroco della parrocchia del Sacro Cuore, don Petre, ha espresso tutta la sua emozione nel condurre per la prima volta le celebrazioni religiose della festa patronale della Santa Croce: «Questa festa è davvero molto sentita da tutti e rappresenta il cuore di tutte le comunità parrocchiali montemurlesi – ha detto don Petre – La Croce, per noi cristiani, è simbolo di speranza, salvezza e di vita di comunione e sono felice che questa ricorrenza sia così sentita in tutta la comunità».
La Santa Croce di Montemurlo rimarrà fino a domani, domenica 4 maggio, alla chiesa del Sacro Cuore e poi sarà riportata in processione alla Pieve di San Giovanni Decollato dove solitamente è custodita. La tradizione vuole che la Croce di Montemurlo nel 1326 fosse trafugata dalla chiesa della Rocca e rinvenuta da un contadino qualche giorno dopo in un campo vicino al torrente Agna. I ladri in fuga verso Pistoia, dice la storia che l'avessero nascosta nel campo, poiché non riuscivano ad attraversare il piccolo torrente che diventava impetuoso ogni volta che i malviventi cercavano di guadarlo. Da quel momento i montemurlesi hanno sempre avuto una profonda devozione per la Croce, ricorrendo a lei e portandola in processione in occasione di calamità naturali, di siccità, di carestie, di epidemie.