Il Tirreno

Prato

L’inchiesta

Il caso dei “sacchi neri” smaltiti abusivamente tra Prato e Pistoia: dieci indagati

di Paolo Nencioni
Il caso dei “sacchi neri” smaltiti abusivamente tra Prato e Pistoia: dieci indagati

I carabinieri del Noe hanno notificato l’avviso di chiusura indagini a un gruppo di campani residenti nelle due province: fanno risparmiare il 70% ai confezionisti cinesi

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PRATO. I carabinieri di Prato e di Firenze hanno notificato lunedì 28 aprile l’avviso di chiusura indagini emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze nei confronti di dieci persone e tre società accusate di aver organizzato il sistema dello smaltimento illegale degli scarti tessili prodotti dalle confezioni cinesi di Prato e Montemurlo e poi sparsi nelle campagne della provincia di Prato ma anche in quelle limitrofe, a Quarrata, Serravalle Pistoiese e Pistoia. E’ la piaga dei sacchi neri che dall’inizio del 2024 sono riapparsi in grande quantità sui cigli delle strade, nei fossi e nei capannoni in disuso. Uno di questi, a Serravalle Pistoiese, è già stato ripulito e bonificato, come spiega il tenente colonnello Francesco Motta, comandante del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, che ha condotto le indagini insieme ai comandi provinciali di Prato e Pistoia.

In certi casi può capitare, come successo alla Tenuta di Capezzana (Carmignano), che il proprietario del casolare in disuso scelto dagli smaltitori abusivi per abbandonare gli scarti tessili, sia chiamato a pagare i costi dello smaltimento.

In una nota diffusa dall’Arma si spiega che le indagini sono iniziate nel febbraio 2023 e hanno individuato un gruppo di persone di origine campana residenti a Prato e Pistoia che hanno smaltito illegalmente i rifiuti speciali per conto delle confezioni cinesi, garantendo ai “clienti” un risparmio stimato del 70% sul costo che i confezionisti avrebbero dovuto sostenere se avessero smaltito legalmente gli scarti tessili. Ma all’origine della scelta di smaltire abusivamente gli scarti c’è spesso anche la volontà di nascondere il reale volume della produzione, perché alla base c’è un’enorme evasione fiscale.

Il sistema prevede la creazione di falsi documenti per noleggiare i furgoni (e anche un muletto), intestati a società inesistenti. Successivamente c’è il ritiro dei sacchi neri che poi vengono abbandonati di notte nelle strade di campagna o nelle zone industriali: via Panconi e via Forra di Castelnuovo a Serravalle Pistoiese; via Gradi e sugli argini del torrente Stella a Quarrata; via Lodz, via Chemnitz, via Campostino di Santa Maria a Colonica e via Traversa di Maiano a Prato.

Dopo l’alluvione del novembre 2023 gli smaltitori abusivi hanno approfittato della presenza dei rifiuti accumulati sulle strade per aggiungere altri sacchi neri ai cumuli di detriti.

Complessivamente i carabinieri hanno recuperato circa 100 tonnellate di scarti tessili smaltiti illegalmente, ma il flusso reale è molto più consistente, come ha verificato la partecipata Alia, e quest’anno potrebbe arrivare alle 800 tonnellate solo in provincia di Prato, rispetto a una produzione totale stimata in circa 40.000 tonnellate.

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