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Prato, il conto salato della Tari per le aziende e le famiglie: le cifre comune per comune

di Paolo Nencioni

	Una discarica abusiva di scarti tessili a Carmignano: anche questo fenomeno contribuisce a far salire le bollette della Tari
Una discarica abusiva di scarti tessili a Carmignano: anche questo fenomeno contribuisce a far salire le bollette della Tari

L’Ato stima che aumenterà ancora del 7%, e non è finita. Previsto un incontro informale degli amministratori locali per capire e far quadrare i conti

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PRATO. Di questi tempi ci sono poche certezze, ma una di queste è che la tariffa della Tari è destinata ad aumentare. Non solo quest’anno, ma anche negli anni seguenti se le cose non cambieranno. Lo si capisce da una tabella realizzata dall’Ato Toscana Centro, cioè l’Ambito territoriale ottimale di cui fanno parte anche i comuni della provincia di Prato, che è arrivata sulle scrivanie degli amministratori e sta facendo grattare la testa a chi deve far quadrare i conti. Si tratta di una stima delle entrate previste per ogni singolo Comune dalla tariffa sui rifiuti, denaro che poi dovrà essere girato alla partecipata Alia, cioè il gestore della raccolta e dello smaltimento di quegli stessi rifiuti.

Domani è in programma un incontro informale tra gli amministratori dei comuni che fanno parte dell’Ato, per capire meglio questi numeri, ma intanto già si capisce che famiglie e imprese dovranno mettere mano al portafoglio, un po’ più dell’anno scorso e un po’ meno dell’anno che verrà.

Complessivamente i 46 Comuni dell’Ato dovranno raccogliere dalla Tari 437 milioni di euro nel 2025. Erano 416 nel 2024 ed erano 388 nel 2023, con un aumento del 7% dal 2023 al 2024 e del 5% dal 2024 al 2025. 

Per quanto riguarda la provincia di Prato, il grosso viene dal capoluogo con 55 milioni e un aumento previsto del 7%, seguono Montemurlo con 5 milioni e 820mila (+5%), Carmignano con 3 milioni e 573mila (+7%), Vaiano con 2 milioni e 321mila (+7%), Poggio a Caiano con 2 milioni e 195mila (senza aumento), Vernio con un milione e 241mila (-9%) e Cantagallo con 686mila (-6%). Come si vede, la situazione è variegata e a fronte di aumenti dolorosi, c’è chi, secondo Ato, dovrà versare meno dell’anno scorso, come Vernio e Cantagallo.

La sindaca di Vernio Maria Lucarini è un po’ meno ottimista e calcola che il calo della tassa sarà più contenuto. Per questo domani cercherà di vederci chiaro nell’incontro informale con gli altri amministratori. Di sicuro, spiega, l’ufficio tributi del suo Comune è particolarmente efficiente e limita l’evasione del tributo al 5-6%, evitando di spalmare sui cittadini e le aziende più virtuose il debito lasciato da chi virtuoso non è, cioè da chi non paga quanto dovrebbe pagare. Questo sembra anche uno dei motivi che appesantiscono l’onere di chi paga la Tari a Prato. Nei giorni scorsi Fratelli d’Italia ha sostenuto che nel solo 2024 mancherebbero all’appello quasi 12 milioni di Tari non riscossa dalle utenze non domestiche e l’assessora al Bilancio Cristina Sanzò ha replicato che l’opposizione gioca coi numeri, sostenendo che l’ammanco è molto inferiore. È comunque innegabile che c’è un problema di evasione Tari che si traduce di un aggravio per i contribuenti onesti.

Ma gli aumenti della Tari di quest’anno sono principalmente dovuti, secondo Alia, a due motivi. Il primo è che nelle tariffe decise da Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, si sconta l’inflazione dei due anni precedenti. Il secondo è che i Comuni devono ancora pagare il debito accumulato prima del 2020 e le previsioni errate perché si basavano sull’ipotizzata costruzione di impianti (vedi l’inceneritore di Case Passerini) che poi non sono stati realizzati. In realtà le tariffe non potrebbero aumentare più del 6,6% ma questa non è necessariamente una buona notizia, perché quello che non si pagherà oggi, verrà comunque recuperato in futuro, sempre sotto forma di aumenti tariffari.
 

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