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Il caso

I lavoratori dei terzisti manifestano davanti a Pitti Filati

I lavoratori dei terzisti manifestano davanti a Pitti Filati

La protesta del Si Cobas dopo le denunce di sfruttamento in due aziende

25 gennaio 2023
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PRATO. Per domani, 26 gennaio, il sindacato Si Cobas ha organizzato una manifestazione di protesta all’ingresso della Fortezza da Basso a Firenze, dove è in corso la fiera Pitti Filati. La manifestazione vuole riaccendere i riflettori sulle vertenze in corso alla Ritorcitura Duemila di Montemurlo e alla GH, un’azienda a conduzione cinese in via di Gello a Prato.

L'iniziativa sindacale si svolgerà nell'ambito della giornata di sciopero proclamata in entrambe le aziende, dove da mesi i lavoratori denunciano condizioni di sfruttamento.

«La Ritorcitura Duemila e la GH – spiega il Si Cobas in una nota – sono aziende che lavorano “conto terzi” per i “big” del tessile che in questi giorni espongono a Pitti Filati. Tra i committenti troviamo infatti i nomi di Filpucci, Industria Italiana Filati, Pinori Filati, Millefili, Lanificio dell'Olivo. Tutti consorziati al Consorzio Feel the Yarn, ambasciatore del "Made in italy”, e quindi promotori all'interno di Pitti del concorso Feel The People, che vorrebbe mettere l'accento sulla sostenibilità sociale delle filiere del tessuto».
«Ma “Made in Italy” è davvero sinonimo di sostenibilità sociale, o di ipocrisia? – si chiede il sindacato –  E' questa la domanda che da mesi il sindacato e i lavoratori stanno rivolgendo a questi committenti, richiedendo invano un loro intervento per la regolarizzazione delle maestranze che operano presso i loro “terzisti”, e che quindi lavorano i filati di cui si vanta la presunta sostenibilità. "Made in Italy" non può essere un'etichetta che "garantisce" su tessuti che poi vengono cuciti lavorando 84 ore alla settimana senza alcun diritto minimo. E' evidente, infatti, come le condizioni di lavoro denunciate dalle maestranze che lavorano nelle lunghe filiere di appalti e sub-appalti stridano con i tanto declamati “codici etici” e le garanzie che queste grandi aziende danno sul controllo delle proprie filiere».

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