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Volontari salvano i pesci della Pesa «Il torrente ora è come una strada»

Cristian De Carlo
Volontari salvano i pesci della Pesa «Il torrente ora è come una strada»

Circa un milione di avannotti immessi in una delle pescaie a Sant’Ippolito

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MONTOPOLI. Il periodo di siccità ha portato il torrente Pesa a trasformarsi in una strada di campagna. E così volontari e Comune di Montelupo Fiorentino hanno messo insieme le forze per salvare i pesci che rischiano di morire. Ieri, 15 volontari si sono ritrovati nel tratto finale della Pesa tra i territori di Montelupo e Lastra a Signa per il salvataggio dei pesci. L’intervento è stato realizzato con l’autorizzazione della Regione Toscana in collaborazione con la polizia provinciale e i volontari dell’associazione di Pesca Sportiva Fipas. Circa qualche milione di pesci ripescati nel tratto di torrente Pesa sopra la frazione Turbone e rimessi in una delle pescaie a Sant’Ippolito prima di Ginestra Fiorentina: circa un milione di avannotti di varie specie e circa 20 carpe più grandi e altri pesci di media dimensione.

«Sono 54 i firmatari del contratto fiume del torrente Pesa – spiega Lorenzo Nesi, assessore all’Ambiente – . L’acqua manca in questo torrente per sei mesi l’anno e dal 2013 non veniva fatto un salvataggio del genere. I pochi pesci che rimangono in questa buca d’acqua diventano cibo per i volatili che arrivano dal Padule di Fucecchio».

«È una cosa anomala quello che accade al nostro torrente Pesa», raccontano i volontari, tutti muniti di retino e stivali. «Il fiume secca dalla foce e non a valle come accade in genere a tutti i fiumi – precisa Floriano Pratello, volontario del gruppo Amici della Pesa -Non si riesce a capirne il motivo e abbiamo chiesto alla Regione. La Pesa è un fiume a carattere torrentizio e quindi d’estate è normale che si prosciughi. Ma era dall’estate 2003 che non succedeva una cosa del genere. Sono stati realizzati dei tonfi, ossia buche d’acqua nel tragitto del torrente a una distanza di circa un chilometro l’una dall’altra. Questo considerando il periodo estivo in cui il torrente ha una carenza massima di acqua dovrebbe fare in modo che non rischia di prosciugarsi del tutto. Le altre estati venivamo a salvare i pesci a fine agosto, quest’anno per il problema della siccità siamo dovuti intervenire un mese prima. Dobbiamo salvare questo torrente perché non significa solo la morte di alcuni pesci ma di un habitat che è anche il nostro. Vogliamo far capire che salvando loro, salviamo anche noi».  

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