Il Tirreno

Prato

Focolaio Covid al circolo Arci di San Paolo: tutti contagiati

di Maria Lardara
Il circolo Arci di San Paolo
Il circolo Arci di San Paolo

A innescare la diffusione del virus potrebbe essere stata la cena sociale di metà ottobre. Le condizioni dei positivi sono buone: erano vaccinati

3 MINUTI DI LETTURA





PRATO. I pensieri gli si arrovellano in testa. Quando si è a casa in quarantena, la mente viaggia ancora di più. Com’è successo? La miccia che ha innescato il focolaio Covid al circolo Arci di San Paolo potrebbe essere stata la cena sociale del 15 ottobre. Per fortuna Livio Santini, colonna portante del circolo, è vaccinato e praticamente non manifesta sintomi. L’ex presidente del circolo Arci di San Paolo ha 82 anni e la tempra del vero sportivo essendo anche uno storico dirigente della Lega Uisp di ciclismo.

«Stiamo tutti bene – racconta Santini che ora fa parte del direttivo del circolo – Solo mia sorella, la banconiera, è in ospedale da tre giorni. Ma grazie al vaccino, le sue condizioni sono discretamente buone».
Il Covid ha fatto una sgradita visita da queste parti: il circolo di via Cilea, un’istituzione a San Paolo, è chiuso dal 30 ottobre. E non perché sia stato imposto dall’Asl. «Quella della chiusura è stata una scelta obbligata da parte nostra perché non avevamo più personale – prosegue Santini – Altro che festeggiare Halloween».

Si sono contagiati tutti i membri del direttivo e il personale che lavora al bancone: in tutto, una decina di persone. Di rimando, almeno dieci nuclei familiari messi in isolamento. Livio non se ne fa una ragione. Il Green pass prima di sedersi a tavola? «Lo chiediamo a tutti in occasione di cene e momenti di aggregazione ma evidentemente non è bastato. Mica si può fare la caccia all’untore. Non si può sapere qual è stato il caso zero».
Le prime positività risalgono a metà ottobre. La voce si è sparsa e tanti si sono fatti un tampone per scrupolo finché si è messa in moto la macchina del tracciamento dell’ufficio igiene dell’Asl. Domenica 24 ottobre si è svolta la tradizionale sfrugiatata di castagne con vin novo, salsiccia e fegatelli: in questo caso, l’appuntamento si è tenuto all’aperto e in linea teorica meno rischioso per i contagi. Una volta eseguita la sanificazione dei locali, non si sa quando potrà riaprire i battenti la casa del popolo di via Cilea, una lunga storia suggellata da sessanta candeline spente nel 2017.

Santini, che ha lo spirito del volontariato impresso nel Dna, la prende con filosofia. «Per ora pensiamo a stare bene e a guarire». Di certo il graduale aumento dei contagi sul territorio impone la massima cautela soprattutto negli spazi di socializzazione. Avere il Green pass in tasca per consumare un pasto negli ambienti al chiuso (quando per forza si tiene la mascherina abbassata) dovrebbe dare una sicurezza in più. Il condizionale è d’obbligo. L’inverno bussa alle porte e la rete dei circoli Arci fa quadrato mentre si lecca ancora le ferite per le chiusure dei mesi passati imposti dai vari lockdown.

«Oggi più che mai non bisogna abbassare la guardia – ricorda Enrico Cavaciocchi, presidente dell’Arci provinciale – Nonostante l’attenzione dei nostri circoli per le precauzioni sanitarie e il rispetto delle regole in materia di Green pass, l’insidia del Covid è sempre dietro l’angolo».

Primo piano
Il giallo

Trovata morta a San Godenzo, il mistero nel bosco: il sasso e quel silenzio che pesa

di Mario Neri
Estate in Toscana