Il Tirreno

prato. Un’azienda con sede nel Macrolotto ha installato un magnete accanto al contatore dell’energia elettrica, pagando meno di quanto avrebbe dovuto a Enel Energia per la fornitura, ma il fornitore dell’energia elettrica non può staccare il contatore. Lo ha deciso il giudice Giulia Simoni dando ragione all’avvocato Simone Calzolai, che aveva presentato ricorso per conto di una ritorcitura nei confronti di Enel Energia. Alla base della decisione ci sarebbe un errore di calcolo da parte di Enel nel conteggio delle somme dovute e soprattutto il fatto che non si può interrompere la fornitura di energia elettrica a un’azienda prima che un altro giudice abbia deciso nel merito delle bollette contestate.

Queste ultime, in base al conteggio fatto da Enel Energia, ammontano a 23.035 euro, cioè la differenza tra quanto pagato dalla ritorcitura e quanto avrebbe dovuto pagare.

Il magnete accanto al contatore della corrente è stato scoperto nell’ottobre del 2019 e secondo l’Enel stava lì dall’ottobre del 2014. Si tratta di un sistema comunemente usato per far sballare i contatori e ottenere una bolletta più leggera, ma l’amministratore dell’azienda tessile si è giustificato dicendo che il magnete era stato installato nel 2017 «su suggerimento di un elettricista che aveva consigliato di utilizzarlo per evitare cali di tensione».

L’Enel è di tutt’altro avviso e ha calcolato che l’azienda deve sborsare bollette arretrate per 23.000 euro. La ritorcitura ha fatto orecchie da mercante e ha iniziato una causa civile.

Nel frattempo Enel Energia ha avvertito che avrebbe staccato il contatore, ma il giudice ha stoppato l’iniziativa, almeno per il momento. —

P.N.

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