Il Tirreno

Il crocifisso imbarazza il Pd e si decide di non decidere

di Maria Lardara
Gabriele Alberti, presidente del consiglio comunale (foto Batavia)
Gabriele Alberti, presidente del consiglio comunale (foto Batavia)

Una mozione della Lista Biffoni chiedeva di collocare il simbolo in consiglio comunale, ma il presidente Alberti ha ritenuto che la questione non fosse così urgente. Lo aveva chiesto anche Fratelli d'Italia

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PRATO. Crocifisso sì, crocifisso no. Meglio rinviare la discussione in consiglio comunale e possibili “imbarazzi” nella casa del centrosinistra, soprattutto se la questione viene posta da una forza di maggioranza. Così ieri pomeriggio, 28 novembre, intorno alle 18, è stata sospesa per un’ora la seduta: il casus belli è scoppiato dopo che martedì scorso la lista civica “Biffoni Sindaco” aveva presentato una mozione per collocare il simbolo cristiano nell’aula consiliare. L’aveva fatto precedentemente anche il capogruppo di Fratelli d’Italia Claudio Belgiorno, che chiedeva l’esposizione del crocifisso anche nelle sedi degli uffici pubblici e aule scolastiche. Due mozioni analoghe, una forza di opposizione (FdI) e una di maggioranza (lista civica per Biffoni) sostanzialmente convergenti sullo stesso tema con buona pace del gruppo consiliare del Pd.

Ma se la mozione di Belgiorno era già inserita da venerdì nell’ordine del giorno del consiglio comunale, quella della civica sarebbe arrivata fuori tempo. E quindi il presidente del consiglio comunale Gabriele Alberti, confortato nella sua decisione dalla segretaria generale Simonetta Fedeli, s’è attenuto all’ordine del giorno così come era uscito dalla conferenza dei capigruppo di venerdì. Un annuncio, quella di non prevedere all’ordine del giorno la mozione della lista civica a favore del crocifisso, che ha causato non pochi malumori nelle fine dell’opposizione. Tanto che, appunto, la seduta è stata sospesa. «Faccio fede all’ordine del giorno del consiglio comunale: la mozione che si è aggiunta martedì non riveste carattere d’urgenza», sottolinea Alberti.

Ma Rosanna Sciumbata, la capogruppo, insiste per una discussione congiunta delle due mozioni. «L’argomento è lo stesso, condivido la posizione del presidente ma chiedo alla minoranza di trovare una soluzione». Non verrà discussa neanche la mozione di Belgiorno, inserita al 32° punto dell’ordine del giorno dopo le delibere sulla variazione di bilancio e il regolamento di polizia municipale, un lungo elenco di interrogazioni e interpellanze. Troppo tardi, alle 20.15 si staccherà la spina al consiglio comunale. Interpellato dal Tirreno prima della seduta del consiglio, il presidente Alberti si sente di lanciare un appello a tutti i consiglieri, nella sua veste di arbitro “super partes”. «Fermo restando la legittimità degli atti portati in consiglio, credo sia opportuno richiamare tutti al ruolo di amministratori che esercitano dentro il palazzo cercando di innalzare il tenore delle discussioni. La città merita un dibattito più elevato sui temi veri che la interessano». Rimandato anche l’ordine del giorno presentato da tutti i gruppi consiliari della maggioranza e dal Movimento 5 Stelle, sulla cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Stesso esito anche per l’odg presentato sempre da Belgiorno sulla cittadinanza onoraria a Segre e a Egea Haffner, la bambina simbolo delle foibe.

Nel dibattito intervengono anche +Europa, i Radicali e Italia in comune. "Se non siamo stupiti nel dover ricordare al consigliere comunale di Fratelli d’Italia Claudio Belgiorno i principi di laicità che regolano il nostro Stato attraverso la nostra Costituzione - ci legge in una nota - ci amareggia invece doverlo fare con la capogruppo della Lista Civica Biffoni Rosanna Sciumbata. Respingiamo con forza la proposta dell’opposizione presentata da Belgiorno di esporre il crocifisso negli uffici pubblici e nelle scuole. Con la stessa forza, respingiamo anche la proposta della Lista Civica Biffoni presentata da Sciumbata di esporre il crocifisso, quasi si trattasse di una mediazione, nell’aula consiliare. Ci spingiamo però anche oltre: chiediamo la rimozione del crocifisso già presente all’ingresso del Palazzo Comunale, che dovrebbe essere la casa di tutti i cittadini pratesi, di qualsiasi credo o religione, e non solo di quelli cristiani. Ci auguriamo, infine, che la religione venga lasciata fuori dal dibattito del Consiglio Comunale, che dovrebbe invece riunirsi e lavorare per risolvere i problemi di Prato, per dare risposte ai veri bisogni dei cittadini e non per imporre simboli religiosi nei luoghi pubblici contravvenendo ai principi della laicità dello Stato garantiti dalla Costituzione".