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Maria Denisa Adas scomparsa da Prato, la disperazione della madre: «L’hanno presa». Cosa si vede nelle telecamere – Video


	Le ricerche e la donna scomparsa
Le ricerche e la donna scomparsa

Il caso della 30enne: un elicottero dei carabinieri ha sorvolato il laghetto degli Alcali. Il particolare dei trucchi lasciati nel residence

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PRATO. Continuano, per ora senza esito, le ricerche di Maria Denisa Adas, la trentenne escort romena scomparsa da giovedì 15 maggio dopo aver alloggiato in un residence di via Ferrucci. Oggi pomeriggio, mercoledì 21 maggio, un elicottero dei carabinieri ha sorvolato a lungo il laghetto degli Alcali, ai Lecci, alla ricerca di qualche elemento utile. Più tardi sono arrivati i volontari della protezione civile che erano impegnati anche in altre zone della città. I cani molecolari dei carabinieri martedì avevano trovato qualche traccia del passaggio della trentenne sul retro del residence e di lì sono partite le ricerche.

Due amiche in procura

Le novità più rilevanti potrebbero arrivare dal Palazzo di giustizia, col procuratore Luca Tescaroli impegnato a sentire alcune persone che potrebbero fornire qualche indizio sulla sorte della trentenne. In particolare due amiche della giovane, forse quelle con cui Maria Denisa si è confidata prima di sparire. «Se mi trovano mi ammazzano», l’hanno sentita dire al telefono. Da Roma è in arrivo anche la madre della trentenne, che potrebbe essere ascoltata in Procura.

Il racconto di due negozianti

Dai negozianti di via Ferrucci, invece, arrivano altre testimonianze che potrebbero definire meglio i contorni della vicenda. Un negoziante che lavora accanto all’ingresso del residence racconta di aver visto Maria Denisa Adas probabilmente giovedì in compagnia di un uomo corpulento, forse dell’Est Europa. «Hanno fatto avanti e indietro diverse volte sul marciapiede, poi li ho visti caricare della roba su un’auto e si sono messi a sedere sul muretto accanto alla pizzeria. Lei mi sembrava molto agitata, preoccupata».

Un altro negoziante racconta che ogni lunedì arrivano ragazze nuove nel residence, sempre accompagnate da uomini anche questi apparentemente dell’Est Europa. «Mi ricordo che uno di questi si è affacciato fino all’ingresso per essere sicuro che la ragazza salisse al residence».

Il sospetto di un sistema

Da queste testimonianze par di capire che il sesso a pagamento delle escort, almeno di quelle che esercitavano in via Ferrucci, non fosse proprio libero e autonomo, ma forse controllato da un sistema che, oltre a percepire una percentuale sugli incassi, regola anche i tempi di permanenza e i luoghi dove si può esercitare. Tutti aspetti che saranno verificati nel corso delle indagini affidate ai carabinieri di Prato e di Firenze, oltre che al Racis, il Raggruppamento investigazioni scientifiche dell’Arma.

La disperazione della mamma

«Non era mai successo prima». Da anni, ogni sera, Maria Denisa Adas, trentenne romena, mandava un messaggio alla madre per dirle che stava bene. Ma questo non è successo giovedì sera, 15 maggio. il telefono ha taciuto. Da allora, nessuno ha più sentito o visto la giovane escort di professione, residente a Roma e in trasferta per lavoro in un residence di via Ferrucci a Prato. «L'hanno presa, di sicuro è andata così», ripete con voce rotta Maria Cristina Paun, la madre, arrivata in Toscana dopo essere stata convocata dai carabinieri. Una frase che suona come una resa, ma anche come un'accusa. E che ora riecheggia sinistra nelle stanze lasciate vuote della figlia e nelle indagini sempre più fitte coordinate dalla Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli.

Il particolare dei trucchi

Maria Denisa è stata vista per l'ultima volta nella sua stanza, la 101 al primo piano del residence, dove era già stata altre volte per una serie di appuntamenti. Quando i carabinieri del Sis e i colleghi di Prato e Firenze vi sono entrati, hanno trovato la porta socchiusa, le chiavi nella toppa dall'interno, il letto rifatto, tutto perfettamente in ordine. Nessuna traccia di sangue, nessun segno di colluttazione. Ma anche nessuna valigia: mancavano uno zaino di marca Gucci, un trolley rigido nero, uno bianco più piccolo. I trucchi erano rimasti lì, così come le scarpe lanciate sull'armadio e la piastra per capelli. Un dettaglio che ha colpito le amiche: «Non si separava mai

dai trucchi», dicono. È come se fosse stata costretta ad andarsene, in fretta.

Due uomini nelle telecamere

Alcune telecamere mostrano due uomini quella sera. Il primo, uscito alle 20:45, ha un alibi. Il secondo, considerato l'ultimo cliente, sarebbe rimasto fino alle 23:35. Avrebbe fatto tre chiamate prima di incontrarla. È stato identificato, ma non ancora ascoltato dagli inquirenti. Potrebbe vivere fuori provincia. Anche per questo è stato attivato il Racis, il reparto investigazioni scientifiche dell'Arma.

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