Il Tirreno

Le nuove regole

Caccia, il governo vuole cambiare la legge: ambientalisti infuriati, tutte le novità


	Potrebbero cambiare presto le norme per la caccia in Italia (Foto di repertorio)
Potrebbero cambiare presto le norme per la caccia in Italia (Foto di repertorio)

Più libertà ai cacciatori, meno vincoli ambientali. Ecco cosa dice il ddl promosso dal ministro Francesco Lollobrigida

2 MINUTI DI LETTURA





La maggioranza parlamentare, con Fratelli d’Italia in prima linea, sta portando avanti una riforma radicale della legge 157/1992 che disciplina la caccia in Italia. Il nuovo disegno di legge, promosso dal ministro Francesco Lollobrigida, ha già suscitato forti polemiche da parte delle associazioni ambientaliste.

Caccia notturna, in spiaggia e meno controlli

Secondo le indiscrezioni, la proposta normativa aprirebbe a una liberalizzazione senza precedenti: si consentirebbe l'attività venatoria su terreni demaniali, incluse le spiagge, e persino in orari notturni e al di fuori della stagione ordinaria. Inoltre, i controlli contro il bracconaggio verrebbero ridotti, mentre tornerebbero in uso strumenti di caccia come i roccoli e i richiami vivi, il cui utilizzo verrebbe ampiamente esteso.

La caccia come attività di tutela ambientale?

Una delle novità più controverse è la nuova definizione della caccia proposta nel primo articolo del testo: essa verrebbe considerata non solo un’attività sportiva e ricreativa, ma anche uno strumento utile alla salvaguardia della biodiversità e dell’ecosistema. Un’impostazione che, secondo molte organizzazioni ambientaliste, entra in diretto contrasto con le direttive europee e con lo spirito della Costituzione italiana.

Maggiori libertà, meno vincoli

Il disegno di legge prevede l’ampliamento delle specie cacciabili e di quelle utilizzabili come esche vive (che passerebbero da 7 a 47), eliminando i limiti numerici per gli esemplari provenienti da allevamenti. Verrebbero semplificate le procedure per ottenere il porto d’armi anche per cittadini stranieri, mentre le guardie giurate non ambientali, come quelle di istituti di credito e supermercati, avrebbero facoltà di abbattere animali. Anche le aree protette sarebbero colpite: le Regioni verrebbero obbligate a ridurre gli spazi tutelati al massimo al 30% del territorio, se ritenuti “eccessivi”. Inoltre, chi manifesterà contro le attività di controllo della fauna selvatica potrebbe incorrere in sanzioni fino a 900 euro.

L’allarme delle associazioni ambientaliste

La reazione del mondo ambientalista non si è fatta attendere. ENPA, LAV, LAC, Lipu e WWF Italia hanno duramente criticato il progetto di legge, definendolo «incostituzionale» e pericoloso per la biodiversità. Hanno inoltre denunciato l’assenza di misure concrete contro il bracconaggio, sottolineando che il testo sembrerebbe tutelare più gli interessi dei cacciatori che quelli dell’ambiente. Il governo non ha ancora approvato ufficialmente la proposta, ma secondo quanto dichiarato dal ministro Lollobrigida, l’obiettivo è di far entrare in vigore la nuova normativa già prima dell'inizio della prossima stagione venatoria.

Primo piano
La tragedia

Pisa, scontro tir-scooter sull’Aurelia: muore panettiere di 61 anni

di Andreas Quirici
Sani e Belli