Mafia cinese: il "capo dei capi" tra Ferrari, miniere di carbone e violenze - Video
Ecco chi è Zhang Naizhong, il boss internazionale dei camion, delle estersioni e dell'usura arrestato a Prato. Il gip di Firenze Alessandro Moneti: "Un criminale determinato e volitivo". Venticinque arrestati, otto ancora in fuga
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VIDEO. La polizia nell'appartamento del boss
PRATO. "Una cosa del genere non esiste proprio. Chi che ha il coraggio di litigare a tavola al matrimonio di mio figlio?". Zhang Naizhong non aveva alcun dubbio che il 2 febbraio del 2013 tutto sarebbe andato per il verso giusto e nessuno si sarebbe permesso di litigare, nonostante alla cerimonia fossero presenti esponenti di diversi gruppi criminali cinesi arrivati da mezza Europa: perchè lui era il "Capo dei capi" a cui tutti devono il rispetto che merita un capomafia che si imposto con la violenza e l'intimidazione e che ben consapevole del suo ruolo e del suo potere.
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"Io sono il più potente in Europa, non mi vanto, puoi chiederlo a chiunque. Io non parlo tanto con le persone, dico solo due frasi alle persone, se lui mio fratello o mio amico e basta!. Se non amico un nemico" e "se sei un nemico allora sei finito!".
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25 ARRESTATI, 8 ANCORA IN FUGA
Sono 25 le misure di custodia eseguite finora nell'ambito dell'inchiesta (l'ultima giovedì sera in Francia), mentre otto cinesi sono sfuggiti alla cattura e si pensa che siano quasi tutti all'estero, in Cina, dove alcuni si erano recati in previsione del Capodanno cinese. La polizia li sta ancora attivamente ricercando.
IL RIINA DELLA MAFIA CINESE
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Sono le carte dell'inchiesta della Polizia che ha scoperchiato il vaso sul potere della mafia cinese a certificare il ruolo e il carisma del 57enne arrivato dalla Cina, stabilitosi prima a Prato e poi in un appartamento a viale Marconi a Roma dal quale gestiva in monopolio il traffico su gomma delle merci cinesi circolanti in Europa. Un personaggio che il Gip di Firenze Alessandro Moneti definisce "determinato e volitivo", capace di imporsi, "senza porsi alcuno scrupolo nell'uso della violenza", come "punto di riferimento" della criminalità cinese "in Italia e nell'intera Europa". Ecco perchè "per lui - sottolinea - può essere utilizzata l'espressione capo dei capi. Un'espressione che siamo abituati ad usare per altri contesti che non sono per distanti da quello emerso in queste indagini". In sostanza, il Totò Riina della mafia cinese.
SOLDI IN CORNA DI RINOCERONTE
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Con interessi in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, fino a Repubblica Ceca e Polonia, Naizhong investiva i soldi in miniere di carbone e corna di rinoceronte, aveva una fidanzata di quasi 20 anni pi giovane di lui che gli faceva anche da manager e segretaria per gli affari criminali - a cui oggi i poliziotti hanno sequestrato gioielli e 30mila euro in contanti - e amava far da paciere, ruolo perfetto per un capo: lo ha fatto a Prato, dopo una sanguinosa guerra tra bande, e lo ha fatto a Parigi, dove era stato chiamato per dirimere una controversia. Lui ha accettato di buon grado l'incarico, ad una condizione: che tutti i capi delle organizzazioni in Francia lo chiamassero Capo.
IL MATRIMONIO DA FAVOLA DEL FIGLIO
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È per il matrimonio del figlio che gli investigatori, travestiti da camerieri, hanno avuto la certezza del potere incarnato da Naizhong. Una cerimonia da favola celebrata all'hotel Hilton di Roma, dalla cui terrazza si domina tutta la città, in cui il capo dei capi si occupato personalmente di non far mancare nulla agli oltre 500 ospiti provenienti da varie citt d'Italia, d'Europa e dalla Cina: prenotando loro gli alberghi nella capitale, noleggiando Ferrari e Lamborghini con l'autista per accompagnare gli invitati pi importanti e due pullman di lusso per far arrivare gli 88 ospiti da Prato. Quando, un mese prima della cerimonia, il fratello gli dice di temere che possa scatenarsi una rissa tra invitati, magari dopo aver bevuto, poichè i suoi amici "sono mafiosi", il capo dei capi non si scompone. Prima sceglie la disposizione a tavola, dividendo i commensali per 'cerchi', vale a dire per gruppi (quelli di Prato, quelli di Roma, quelli dalla Cina e dalla Francia) e poi annuncia sereno: "Se vengono qui da me sanno come comportarsi ... noi non dobbiamo pensare troppo ... non può succedere una cosa del genere, anzi non esiste proprio. Chi che ha il coraggio di litigare a tavola al matrimonio di mio figlio solo perchè ubriaco? Non esiste. Se qualcuno lo farà è evidente che ce l'ha con me ... Quindi non può accadere una cosa di questo genere".
QUEL CONTO PAGATO IN CONTANTI
L'unica cosa di cui Naizhong non si occupa, è il conto della cerimonia: 76.200 euro pagati in contatti da sei suoi amici, tutti residenti in Cina, ognuno dei quali ha saldato una parte. "Nella mafia ci sono le regole della mafia, se una persona non rispetta le regole come fa a continuare a camminare nella strada della mafia".