Il Tirreno

Prato

Prato, Movimento 5 Stelle, resta insanabile lo strappo fra i due meetup pratesi

di Carlandrea Poli
Prato, Movimento 5 Stelle, resta insanabile lo strappo fra i due meetup pratesi

Diverbi, scambi di accuse e nessun riappacificamento in vista. La soluzione della contesa affidata a Casaleggio

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PRATO. Diverbi, accuse incrociate e l'inevitabile strappo fra i due meetup impegnati da 5 anni – senza mai un giorno di vera tregua – in bisticci su chi debba rivendicare la legittimità del marchio del MoVimento 5 Stelle. Durano esattamente dieci minuti i buoni propositi di trovare un accordo su un gruppo unitario. All'undicesimo giro d'orologio la fragorosa rottura: «Noi ce ne andiamo» annuncia dal tavolo di vetro della sede di viale Piave lo speaker della serata Francesco Casamassima. E nell'abbandono viene seguito da alcune frange del meetup 134, deluse da Fausto Barosco e compattamente dal raggruppamento Prato 2 legato a Gianna Mannelli l'esponente impegnata in un disperato tentativo di ricucitura in vista delle amministrative.

Il nodo della delega di Grillo a Mannelli. Ed è proprio sui termini dell'incarico affidato dallo staff nazionale pentastellato che si consuma la baruffa. Ad attizzarla Fabio Cintolesi, difensore delle comunarie per mezzo delle quali è stato investito Fausto Barosco: «La convocazione del ritrovo non è partita dallo staff, ma da Mannelli. Quindi, le chiedo se abbia avuto o meno l'incarico di formare una lista». Il pubblico – circa 50 attivisti e simpatizzanti di entrambe le fazioni – comincia a rumoreggiare. Il moderatore Casamassima cerca a riportare la calma e a impostare l'ordine dei lavori chiedendo prima di tutto di adottare un regolamento. Un passaggio, che avrebbe in un colpo solo fatto nascere un gruppo unitario dei 5 Stelle, azzerando contestualmente il percorso finora seguito dalle primarie per le consultazioni di primavera.

Il vetriolo del candidato a sindaco. A interporsi è proprio Barosco, che contesta alla radice la legittimità del meeting soffermandosi su un passaggio della mail incriminata, la prima inviata dai curatori nazionali della piattaforma web di Beppe Grillo a tutti i simpatizzanti. L'invito contenuto è a dare risposta nei Comuni prossimi alla scadenza elettorale per convocare una riunione in due casi: in assenza di un movimento organizzato o «qualora non si sia già a conoscenza di liste in formazione». Ad occhio non sembrerebbe il caso di Prato, dove l'iter è in gestazione da settembre: «Tutti sapevano che noi avevamo già iniziato questo percorso» chiosa velenoso. L'accusa a Mannelli è di aver colto al volo l'occasione dello scambio di mail per regolare un conto interno ai grillini.

La replica della pacificatrice. Lei nella serata – pur essendo l'artefice dell'incontro – riesce appena a fare l'appello dei partecipanti e a dare l'ordine di ritirata dinanzi alle dichiarazioni di Barosco. Sulla controversia regolamentare, tuttavia, Mannelli ribadisce la piena titolarità del mandato affidatole: «Manderò allo staff una relazione dell'incontro avvenuto e delle difficoltà ancora esistenti». Il Movimento si sdoppia, Mannelli e i suoi convergono in una riunione d'emergenza al Caffè 21, gli altri restano assiepati nella sede di viale Piave. Lascia una striscia di recriminazione e amarezza: «Potevamo dare avvio a un capitolo nuovo, ma per colpa di Barosco e Cintolesi Prato non sarà mai a 5 Stelle» si sfoga la pasionaria Silvia La Vita, già in passato ferocemente critica col capolista delle comunarie.

Il brand torna in bilico. Esiste un punto per fare chiarezza della grande rissa fra pentastellati. Sia il 134 (Barosco) sia Prato 2 (Mannelli) non vantano una certificazione delle liste per il 2014. Anzi, davanti alla contrapposizione pratese fra meetup a novembre due parlamentari, Battista e Di Maio si sono tenuti alla larga da Prato disertando gli appuntamenti nella sede cittadina in concomitanza con le comunarie. Ed entrambe le fazioni tireranno a diritto nel cammino prefissato. Mannelli e soci passano ora a compilare un regolamento per smistarlo al livello nazionale, Barosco si fregerà ancora del titolo di candidato alle elezioni di primavera. A fare da corte d'ultima istanza e ad assegnare i torti e la ragione non resta, a questo punto, che il team Casaleggio&associati gestore del sito del comico genovese.

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