Il Tirreno

Prato

Aperto a Prato l’ufficio postale multietnico

di Maria Lardara
Aperto a Prato l’ufficio postale multietnico

Poste Italiane, dopo le polemiche, corregge il tiro: in via Borgioli un sportello non solo riservato ai cinesi. Le Poste comunque assumono sei persone che parlino cinese. Chiuso lo storico ufficio di via Filzi, lo acquista un cinese

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PRATO. macché mono-etnico, semmai multi-etnico. Perché le parole sono importanti, parafrasando Nanni Moretti. E la differenza, in questo caso, non è sottile ma sostanziale. «Addirittura la notizia del nostro trasferimento è finito in Parlamento: qui noi non vogliamo discriminare nessuno».

E’ correggendo il tiro della comunicazione diramata inizialmente che viene presentato alla città il nuovo ufficio di Poste Italiane in via Borgioli, dopo il trasloco dalla sede di via Filzi. A parlare di “equivoco” è il direttore della filiale di Prato, Giuseppe Messina, con i rinforzi della responsabile dell’area Toscana-Umbria, Tiziana Morandi. «I nostri uffici sono aperti a tutti, ci siamo semplicemente ricollocati in uno spazio più grande. Il personale è composto da undici impiegati italiani e tre cinesi», chiarisce Morandi alla luce anche dell’interrogazione presentata dal senatore Riccardo Mazzoni al ministero dell’Economia. Polemiche a parte, nello spazio raddoppiato di via Borgioli (circa 200 metri quadri), abbondano le indicazioni in mandarino fin dalle vetrofanie in entrata perché qui il cittadino del Dragone rappresenta l’80% dell’utenza complessiva. Gli sportelli passano da quattro a sei, con istruzioni in cinese per compilare la modulistica mentre vengono trasmessi spot bilingue. «Dando indicazioni in mandarino, favoriamo l’integrazione dei cittadini orientali. A ben guardare, rispetto a via Filzi ci siamo spostati in una zona popolata da più italiani», sottolinea il direttore Messina.

Sei assunzioni. Con il trasloco delle Poste in via Borgioli fioccano nuove occasioni di lavoro. A patto che, per gli aspiranti impiegati, il curriculum attesti la conoscenza della lingua cinese. L’intenzione della filiale “Prato 4” è quella di potenziare l’organico con altre sei unità, per cui è stato dato mandato all’agenzia di lavoro E-work (in via Ferrucci) di selezionare nuovi impiegati con inquadramento part-time al 50%.

L’ex fondo di via Filzi. Hanno fatto le valigie da via Filzi dove avevano il fondo di proprietà per andare in affitto in via Borgioli in un locale più spazioso. In questa operazione Poste ci guadagnerà visto che sullo sportello dismesso in via Filzi ha già buttato gli occhi un commerciante cinese. «C’è stata una manifestazione d’interesse ufficiale. Come Poste siamo vincolati a ricorrere a un bando pubblico che uscirà a breve», fa sapere l’ingegnere Alberto Rossi, responsabile dell’area immobiliare di Poste. Valore dell’immobile all’asta: 210mila euro.

Latte in polvere, italiano è meglio. Sono titolari di un contocorrente e libretti di risparmio, spediscono una media di 500 pacchi al mese nella terra natia, vengono a sbrigare le prime pratiche per il permesso di soggiorno con una media di venti accessi al giorno. «Circa la metà dei nostri correntisti di filiale, 1600 in tutto, è di origine cinese», fa sapere la direttrice dello sportello di via Borgioli Mirella degli Espositi. Curioso che tra i prodotti spediti in Cina, oltre a profumi e oggetti per l’igiene personale, vada per la maggiore il latte in polvere per i neonati di cui le mamme cinesi fanno parecchio uso non essendo solite allattare al seno. «Il latte in polvere venduto in Cina viene considerato più scadente», spiega Sili Chen, impiegata di nazionalità orientale assunta da Poste tre anni fa.

SI CALMANO LE PROTESTE. Dopo il rumore sollevato per l’apertura dello sportello a misura di cinese, il consigliere comunale Giancarlo Auzzi ha fatto capolino sulla soglia del nuovo locale delle Poste. Idem ha fatto lo storico fondatore di "Prato Libera e Sicura" Bruno Gualtieri, il primo a compiacersi per la smentita della connotazione “monoetnica” fatta da Poste. «Per 25 anni non s’è fatto altro che andare avanti con la ghettizzazione del Macrolotto Zero», commenta Gualtieri. Presenti all’inaugurazione anche alcuni rappresentanti della comunità orientale: tra loro, Gabriele Zhang e Xu Qiu Lin (Giulini), presidente e vicepresidente dell’associazione d’amicizia dei cinesi di Prato. 3

Questo il comunicato di Poste italiane: Nell’ufficio postale situato in via Luigi Borgioli gli oltre 16.000 cittadini residenti di nazionalità cinese potranno rivolgersi ad operatori di sportello e consulenti finanziari in grado di parlare la madrelingua. Saranno inoltre presenti indicazioni in italiano e in cinese mandarino per i vari servizi, vetrofanie presso l’entrata che indicano le due lingue parlate nei 6 sportelli disponibili, un circuito di web tv con sottotitoli e spot bilingui, istruzioni scritte anche in cinese per la compilazione della modulistica.

Il nuovo ufficio postale è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.20 alle ore 19.05, e il sabato dalle ore 8.20 alle ore 12.35. Dispone inoltre di due ATM Postamat esterni per le operazioni di prelievo, pagamento bollettini, ricariche telefoniche e per la fruizione dei servizi legati al conto Bancoposta.

Il distretto di Prato, che ospita come è noto la più grande concentrazione manifatturiera cinese in Italia con circa 4.830 aziende attive, ospiterà dunque il primo ufficio postale del “Progetto Multilingua” di Poste Italiane. Il programma è nato nel 2008 con l’intento di favorire l’integrazione delle comunità straniere. Ad oggi sono oltre  200 gli operatori di sportello inseriti nei diversi uffici postali d’Italia in grado di parlare una o più lingue straniere.

Poste Italiane è impegnata da sempre a coniugare lo sviluppo dell’offerta commerciale con la propria vocazione di azienda al servizio del cittadino ma sempre attenta all’evoluzione del contesto sociale del Paese.

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