Pontedera, pizzicheria festeggia il secolo di storia. L'aneddoto più bello? È del 1962
Cento anni per Dal Canto ricordando il fondatore Ultimo e suo figlio Attilio
PONTEDERA. «Nel 2012 mio padre ci ha lasciato inaspettatamente proprio in questo giorno ma abbiamo deciso di dare un nuovo senso a questa data. Lui da lassù starà festeggiando con noi». Caterina Dal Canto, la figlia di Attilio, e la nipote di Ultimo racconta della serata di ieri (sabato 18 ottobre) con i tanti clienti, arrivati per brindare al secolo della Pizzicheria Dal Canto, il negozio in corso Matteotti a Pontedera.
Un aperitivo per celebrare un traguardo che parla di famiglia, di attenzione ai prodotti, alla qualità del cibo e alla gente, fissato proprio nel giorno dell’anniversario della morte di Attilio. «Non è stato un caso – continua – perché la nostra è un’attività portata avanti da tre generazioni e volevamo far coincidere queste due ricorrenze. L’omaggio alle origini e l’assenza di nostro padre. Del resto la vita è così, ci sono sempre luci e ombre, gioia e di tristezza che si intrecciano».
E all’interno della chiostra è stato il tempo di ripercorrere le tradizioni con un occhio però al cambiamento. «Per me, mia madre Laura e mio fratello Francesco questo locale è casa, ce lo portiamo dentro, nel nostro Dna. Sento ancora – dice – l’odore delle mani di mio padre. Cerchiamo di onorare le radici e di proporre i piatti delle nonne ma abbiamo aggiunto anche molte novità, un’offerta vegana, vegetariana, moderna».
Un luogo del cuore dei pontederesi dove sono certi di poter trovare la schiacciata, calda e super fragrante, da riempire con i salumi, praticamente a ogni ora del giorno ma anche lo stoccafisso con le patate, la trippa, le polpette come le cucinava la sorella della nonna materna e l’insalata russa, la regina del menù. «Quello che poi alla fine paga sono l’impegno e la presenza, l’esserci sempre per i nostri clienti – aggiunge Caterina – che sanno di poter contare su di noi, proprio come in una vecchia bottega. Lo scambiare due parole con la gente, prendersi dei momenti per ascoltarli sono i motivi che ci hanno consentito di diventare un punto di riferimento per la città».
Passione e gentilezza sono gli ingredienti di una ricetta che dura da 100 anni. Da quando Ultimo nel 1925 decise di lasciare il suo lavoro in un ingrosso alimentare e di aprire due negozi prima nel quartiere della stazione, poi in corso, dove attualmente c’è l’ottica Meucci e infine, nel dopoguerra, nell’ambiente che tutti a Pontedera conoscono. «Erano periodi difficili ma mio nonno ebbe coraggio, aiutato dalla moglie Bruna, e non fece mai mancare – sottolinea la nipote – il suo appoggio alla città». Si racconta addirittura che Ultimo agli esordi, per ben figurare, riempì il negozio di merce e barattoli, di cui più della metà erano vuoti. Poi la crescita, l’affetto dei pontederesi e lo Scioperone del 1962. «Tra gli aneddoti che ci piace ricordare c’è proprio questo episodio. Durante quelle giornate concitate – conferma Cecilia – Ultimo ripeteva agli operai di non preoccuparsi, da mangiare non gli sarebbe mancato. La cura dei clienti è rimasta la nostra forza. Se qualcosa che prepariamo non ci convince, non la vendiamo e ripartiamo da capo».
E la storia di successo della Pizzicheria di Pontedera continua. «Ringraziamo – conclude – i clienti, chi lavora con noi e chi lo ha fatto in passato, Debora, Alessandro, Francesco, Patrizia. Senza di loro non saremo qui».