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Lutto

Paralizzato a 65 anni dall'ictus, dà il consenso per mettere fine alla sua vita: il caso in Valdera

di Sabrina Chiellini

	La Regione Toscana è stata la prima in Italia a varare una legge sul suicidio assistito (Foto d’archivio)
La Regione Toscana è stata la prima in Italia a varare una legge sul suicidio assistito (Foto d’archivio)

È stato possibile dopo l’approvazione della legge regionale varata dalla Toscana nel febbraio scorso. Il racconto del figlio: «Tutti hanno agito con grande umanità e professionalità»

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PONTEDERA. Dopo un grave ictus è rimasto tetraplegico e incapace di respirare autonomamente, riusciva a muovere solo le palpebre. Per sopperire alla sua incapacità di respirare e per poter gestire le complicanze a seguito dell’ictus, l’uomo è stato sedato e assistito con ventilazione meccanica. Con il passare dei giorni i medici hanno deciso di provare a svegliarlo dal coma e una volta effettuati tutti gli accertamenti neurologici hanno potuto fare diagnosi e prognosi: sindrome del locked – in. Una condizione neurologica rara in cui il paziente è cosciente ma incapace di muoversi o parlare.

Nei giorni scorsi il 65enne, residente in Valdera, ha potuto scegliere, di porre fine alla propria vita, grazie alla sentenza Cappato – Antoniani numero 242/19 della Corte costituzionale e alla legge regionale “Liberi Subito”, approvata dal Consiglio regionale della Toscana nel febbraio 2025. A confermarlo sono i familiari chiedendo il rispetto della loro privacy, in questo momento di grande dolore.

È il primo caso di morte volontaria assistita avvenuto in provincia di Pisa, di cui si sono avute notizie. Il primo caso in assoluto nella Regione Toscana da quando la legge è entrata in vigore, a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l’impugnazione da parte del Governo è avvenuto a Siena nel mese di maggio.

La famiglia del 65enne pisano è stata informata di questa possibilità, dopo che l’uomo era stato ricoverato all’ospedale in seguito ad un aggravamento delle sue condizioni e gli accertamenti a cui è stato sottoposto hanno escluso ogni possibilità di recupero. «I medici ci hanno prima illustrato questa possibilità – racconta il figlio – poi in nostra presenza hanno parlato con mio padre, sempre davanti alla famiglia, per comprendere le sue volontà. Poi la decisione dopo la verifica delle condizioni e con l’assistenza del personale medico».

Il 65enne infatti riusciva a comunicare con il movimento degli occhi, respirava attaccato a un macchinario. Quando il percorso è stato avviato «i medici hanno seguito tutte le procedure previste – spiegano dalla famiglia – effettuando anche un video del momento in cui mio padre conferma di volere essere sedato, dando così la volontà di procedere». Tutto si è svolto nella struttura ospedaliera nel pieno rispetto della procedura prevista dalla legge toscana e delle condizioni stabilite dalla Consulta. «Tutti hanno agito con grande umanità e professionalità» è stato confermato. La famiglia ha dato il consenso a rendere nota la storia come una testimonianza, per fare sapere che in Toscana c’è questa possibilità. La legge toscana sul fine vita, frutto di un’iniziativa popolare sostenuta da oltre 11. 000 persone, garantisce tempi certi per l’accesso all’aiuto medico alla morte volontaria, applicando quanto già stabilito dalla Corte costituzionale. «Quando prima ne sentivamo parlare eravamo scettici. Ma quando è capitato a noi, abbiamo cominciato a guardare le cose in modo diverso». Troppe persone continuano a soffrire oppure si rivolgono a strutture all’estero.

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