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Dalla Terza alla Prima categoria in tre anni, la squadra del quartiere di Pontedera festeggia la promozione con un viaggio solidale in Brasile

di Paola Silvi
Dalla Terza alla Prima categoria in tre anni, la squadra del quartiere di Pontedera festeggia la promozione con un viaggio solidale in Brasile<br type="_moz" />

Dopo la promozione il mister ha mantenuto la promessa e ha regalato ai suoi ragazzi una vacanza con il cuore

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PONTEDERA. Un traguardo che arriva dopo tre anni intensi e indimenticabili. Una cavalcata di successo che li ha visti partire dalla Terza categoria e acciuffare, qualche mese fa, una promozione da sogno in Prima. L’avventura del Gs Bellaria Cappuccini, squadra calcistica dell’omonimo quartiere di Pontedera, è una favola sportiva assoluta. Un’impresa che segna la storia perché in 52 anni di vita del club verdeblu nessuno ha saputo fare meglio.

La festa

Così per festeggiare un percorso costellato di vittorie, di solo tre sconfitte e una manciata di pareggi, i protagonisti hanno lasciato il rettangolo verde e sono volati in Brasile. Undici giocatori della rosa, composta in totale da 22 atleti, sono partiti il 5 giugno e torneranno il 16 dopo aver visitato il paese sudamericano, grazie alla generosità del loro allenatore Simone Masoni. «Tutto nasce a metà del campionato – racconta il mister – quando mi sono permesso di lanciare una sfida e di scommettere, con un pizzico di speranza di perdere, con i miei ragazzi. Ho promesso che se avessimo vinto gli avrei offerto un viaggio. Così, quando abbiamo superato per 3-1 il Corazzano conquistando matematicamente la vittoria del girone G di Seconda categoria, ho mantenuto la parola».

Solidarietà

Ma al di là dei risultati qui non si tratta solo di calcio, di vacanza premio meritata e di turismo. Quest’esperienza, per i valori di solidarietà, socialità e impegno che veicola, sfiora la leggenda. «Vorrei sottolineare – commenta Masoni – che non c’è solo l’aspetto economico. Il fatto rilevante è che ho contribuito a creare un’occasione da vivere tutti insieme che tocca il senso di comunità e lo spirito di gruppo che nel tempo abbiamo faticosamente conquistato». E anche la scelta della destinazione non è stata casuale.

Esperienza Brasile

«Hanno optato per il Brasile – dice – perché spesso negli spogliatoi raccontavo dei miei itinerari in America meridionale, quelli che facevo nel 1993, 1995 e che affascinavano molto i ragazzi». E una volta atterrati i calciatori hanno messo in conto pure l’aspetto umanitario della trasferta. «Sono stati un’intera giornata in una favelas, a stretto contatto con i bimbi più sfortunati con cui hanno giocato e mangiato. Poi – aggiunge – hanno donato oggetti sportivi e magliette della Bellaria. Sono davvero orgoglioso di loro».

Nello specifico, la favelas che i giocatori hanno visitato è Morro da Providência, la più antica del Brasile, situata su una collina nel quartiere di Gamboa, nella zona centrale di Rio de Janeiro. L’insediamento nella zona iniziò alla fine del 1800 da parte dei residenti sfrattati da una baraccopoli. Gesti attenti e cuore grande per questi giovani atleti, che vanno dai 24 ai 20 anni e che, partita dopo partita, sono diventati quasi una famiglia.

«Hanno costruito dei legami speciali – spiega il mister che, pur essendo l’anima dell’iniziativa, è dovuto restare a casa per motivi di lavoro – che vanno oltre il campo. Avrei voluto essere lì con loro ma so che ci saranno altre occasioni». Perché, archiviata la super festa, si pensa già ai prossimi obiettivi.

Il progetto

«L’idea – rilancia – è quella di gettare le basi per un nuovo progetto condiviso e di arrivare in Promozione costruendo, step dopo step, un altro percorso triennale».

L’ennesimo desiderio da esaudire che però, visti i precedenti, non ha niente di impossibile. «Tre anni fa, quando con il direttore sportivo abbiamo preso in mano le redini della prima squadra, reduce dalla retrocessione in Terza categoria, con l’obiettivo di risalire subito e dettare un cambio di rotta – spiega l’allenatore del Bellaria – in tanti ci davano per matti». E invece il campo gli ha dato ragione.

Dopo un timido inizio di stagione, i verdeblu non si sono più fermati. Cinici e precisi, non hanno sbagliato un colpo. E Masoni ha fatto altrettanto. Per lui questo è il terzo campionato vinto in carriera al Gs Bellaria.

Il commento

«Ho vinto gli Juniores provinciali, poi il campionato di Terza categoria e dopo una stagione conclusa comunque al settimo posto del campionato di Seconda categoria, ho vinto ancora. Una soddisfazione enorme, ottenuta grazie a uno spogliatoio straordinario, a dei ragazzi che ce l’hanno messa tutta e a uno staff che mi ha supportato in ogni momento con affetto e professionalità. Molti ragazzi della prima squadra – conclude – sono prodotti della formazione Juniores del Gs Bellaria. E questa stagione da urlo non è solo la vittoria di una squadra, ma il capolavoro di un piano realizzato con lungimiranza e passione»l


 

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