Pontedera, l'ultimo saluto a Giovanni Chiti: il suo pub cambiò la vita notturna negli anni novanta
Il suo locale, "Il Portone", fu uno dei primi ad avere successo nella città della Vespa. Era originario di Lucca
PONTEDERA Da tempo non stava bene. Era tornato a vivere a Buti, vicino al figlio maggiore, dopo periodi intensi, di lavoro e di viaggi. Imprenditore lungimirante e dalle idee geniali, pioniere nel mondo della ristorazione Giovanni Chiti era molto conosciuto a Pontedera e più in generale in Valdera. Proprietario dello storico pub pizzeria Il Portone che ha aperto in città, in piazza del Teatro, a due passi da corso Matteotti nel 1986, è morto a 75 anni.
I familiari e gli amici si sono riuniti per l’ultimo saluto e la benedizione alla cappella Oltre di Bientina. «Nostro padre – racconta il figlio Filippo – era originario di Lucca ma ha sempre avuto molti amici a Pontedera. Tanto che, anticipando tutti, pensò a una nuova offerta di ristorazione, un modo diverso di divertirsi e accogliere i giovani».
L'intuizione del locale
Il Portone fu un’intuizione di successo, tra i primi pub a nascere nella città della Vespa. «Quando decise di scommettere sul Portone – aggiunge – a Pontedera esistevano pochissimi locali di quella tipologia. Il suo e il Chimney, tanto per fare qualche esempio. Inaugurò insomma una proposta che si poneva a metà strada tra la cena e il dopo cena, dove le persone potevano andare per mangiare una pizza, un hamburger, un hot dog, ma anche per ascoltare musica, bere una birra, giocare con i giochi da tavolo a disposizione».
Un punto di riferimento della vita notturna
Un’avventura accattivante e un punto di riferimento della movida degli anni Novanta che coinvolse e incuriosì chi era ragazzo in quel periodo e che Giovanni ha gestito fino al 2008. Un luogo dove incontrarsi, stare in compagnia e trascorrere le serate, tra un drink, qualche chiacchiera e sottofondo musicale. «Ma babbo – ricorda ancora Filippo – era un tipo intraprendente, aveva sempre mille pensieri in testa da seguire e da sviluppare. Così una volta chiuso il capitolo del Portone si è dedicato ad altre attività anche in tutt’altro campo, nello specifico nel settore delle lavorazioni delle materie plastiche, che gli hanno permesso di girare il mondo. È stato pure in Messico». Poi sono arrivati i problemi di salute che l’hanno costretto a fermarsi, a curarsi e a sperare in un miglioramento che purtroppo non c’è stato.
«Gli ultimi anni – continua il figlio – li ha trascorsi a casa di mio fratello, circondato dall’affetto e dalle attenzioni di cui aveva bisogno». E proprio a Bientina, ieri pomeriggio, i parenti, i conoscenti di una vita e chi ha avuto modo di incontrare Giovanni quando era dietro al bancone del pub o quando tornava a casa, si sono riuniti per salutarlo. Perché la sua scomparsa ha toccato intere generazioni di pontederesi ma anche dei paesi e delle realtà vicine, cresciute nel suo locale. Chiti lascia i due figli, Alessio e Filippo e i nipoti.