Il Tirreno

Pontedera

Il lutto

Pontedera, l'ultimo saluto a Giovanni Chiti: il suo pub cambiò la vita notturna negli anni novanta

di Paola Silvi
Pontedera, l'ultimo saluto a Giovanni Chiti: il suo pub cambiò la vita notturna negli anni novanta

Il suo locale, "Il Portone", fu uno dei primi ad avere successo nella città della Vespa. Era originario di Lucca

3 MINUTI DI LETTURA





PONTEDERA Da tempo non stava bene. Era tornato a vivere a Buti, vicino al figlio maggiore, dopo periodi intensi, di lavoro e di viaggi. Imprenditore lungimirante e dalle idee geniali, pioniere nel mondo della ristorazione Giovanni Chiti era molto conosciuto a Pontedera e più in generale in Valdera. Proprietario dello storico pub pizzeria Il Portone che ha aperto in città, in piazza del Teatro, a due passi da corso Matteotti nel 1986, è morto a 75 anni.

I familiari e gli amici si sono riuniti per l’ultimo saluto e la benedizione alla cappella Oltre di Bientina. «Nostro padre – racconta il figlio Filippo – era originario di Lucca ma ha sempre avuto molti amici a Pontedera. Tanto che, anticipando tutti, pensò a una nuova offerta di ristorazione, un modo diverso di divertirsi e accogliere i giovani».

L'intuizione del locale

Il Portone fu un’intuizione di successo, tra i primi pub a nascere nella città della Vespa. «Quando decise di scommettere sul Portone – aggiunge – a Pontedera esistevano pochissimi locali di quella tipologia. Il suo e il Chimney, tanto per fare qualche esempio. Inaugurò insomma una proposta che si poneva a metà strada tra la cena e il dopo cena, dove le persone potevano andare per mangiare una pizza, un hamburger, un hot dog, ma anche per ascoltare musica, bere una birra, giocare con i giochi da tavolo a disposizione».

Un punto di riferimento della vita notturna

Un’avventura accattivante e un punto di riferimento della movida degli anni Novanta che coinvolse e incuriosì chi era ragazzo in quel periodo e che Giovanni ha gestito fino al 2008. Un luogo dove incontrarsi, stare in compagnia e trascorrere le serate, tra un drink, qualche chiacchiera e sottofondo musicale. «Ma babbo – ricorda ancora Filippo – era un tipo intraprendente, aveva sempre mille pensieri in testa da seguire e da sviluppare. Così una volta chiuso il capitolo del Portone si è dedicato ad altre attività anche in tutt’altro campo, nello specifico nel settore delle lavorazioni delle materie plastiche, che gli hanno permesso di girare il mondo. È stato pure in Messico». Poi sono arrivati i problemi di salute che l’hanno costretto a fermarsi, a curarsi e a sperare in un miglioramento che purtroppo non c’è stato.

«Gli ultimi anni – continua il figlio – li ha trascorsi a casa di mio fratello, circondato dall’affetto e dalle attenzioni di cui aveva bisogno». E proprio a Bientina, ieri pomeriggio, i parenti, i conoscenti di una vita e chi ha avuto modo di incontrare Giovanni quando era dietro al bancone del pub o quando tornava a casa, si sono riuniti per salutarlo. Perché la sua scomparsa ha toccato intere generazioni di pontederesi ma anche dei paesi e delle realtà vicine, cresciute nel suo locale. Chiti lascia i due figli, Alessio e Filippo e i nipoti. 

 

Primo piano
La guida

Referendum, l'Italia al voto su lavoro e cittadinanza: urne aperte oggi e domani. I cinque quesiti e le info utili

di Massimo Sechi
Sani e Belli