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Trans si sposa a Terricciola: Aurora Trapani, dal percorso di transizione al matrimonio: «Una vittoria per tutte noi»

di Paola Silvi

	Aurora Trapani e Antonio Parziale pronti per le nozze al Comune di Terricciola
Aurora Trapani e Antonio Parziale pronti per le nozze al Comune di Terricciola

Sabato le nozze con Antonio Parziale. La 39enne vive nel paese di Stibbiolo, lavora a Pontedera ed è stata dichiarata donna dal Tribunale di Pisa

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TERRICCIOLA. La sua felicità è contagiosa e Aurora vuole dedicarla a tutte le persone come lei, «nate in un corpo sbagliato», e alle loro battaglie fisiche, psicologiche e legali per conquistare una vera identità. Una dedica speciale in vista di un giorno speciale. Il prossimo sabato, il 17 maggio, Aurora Trapani (che un tempo si chiamava Salvatore), sposerà nel Comune di Terricciola il suo compagno Antonio Parziale, amico e poi amore della vita, che conosce da 14 anni. Da quando arrivò in Toscana dalla Sicilia proprio per incontrarlo. «Da allora non me ne sono più andata – racconta la diretta interessata – e adesso abitiamo a Stibbiolo, nel comune di Terricciola. Lavoro a Pontedera e questo matrimonio corona non solo un’unione decennale ma anche un percorso complesso».

Con Salvatore erano già uniti civilmente ma dopo essere stata dichiarata donna dal Tribunale di Pisa «la precedente unione è decaduta e siamo pronti a rinnovare la nostra scelta e ad approdare al matrimonio civile», spiega Aurora che fra un anno si sottoporrà all’intervento chirurgico finale, quello che la trasformerà per sempre da uomo a donna. «In realtà sono sempre stata femmina dentro, fin da bambina. Non ho mai fatto cure ormonali».

Così, fra una settimana al Comune di Terricciola ci sarà una gran festa, con una bellissima coppia di sposi. «Questa è una vittoria per tutte noi trans – continua serena Aurora – e questa vicenda vorrei che fosse da esempio per diverse mie amiche, affinché non si vergognino di uscire di casa a testa alta e di essere semplicemente come sono».

Aurora è la storia di un bambino che si sentiva bambina, e di un adolescente che non voleva essere maschio. Di una città del Sud che parla e si divide, di bullismo a scuola e di episodi di violenza per schernirla e umiliarla, di un padre che non capisce, di una madre invece che aiuta e si convince. E poi di «una sorella e dei miei nipoti che adoro e che verranno per il matrimonio», aggiunge.

Oggi Aurora è circondata da tanto affetto. «Mi dicono che sono fortissima e ci vogliono un gran bene. Sento che c’è più libertà, più tranquillità», continua quasi con un soffio. Qui insomma è un’altra vita rispetto al paese d’origine. I momenti più difficili però non si dimenticano e restano impressi nella memoria: «Era evidente che non ero un ragazzo come gli altri. A 14, 15 anni neppure io sapevo che cosa mi stava accadendo ma gli altri, a scuola, mi prendevano in giro. E una volta mi spinsero anche dalle scale. Mi sentivo sola contro tutti. Poi ho capito che si deve raggiungere il proprio obiettivo e non vergognarsene».

Aurora sta per convolare a nozze, «con un vestito grande, da principessa», conferma. E, al suo fianco, come sempre negli ultimi 14 anni ci sarà Antonio che ha conosciuto sui social netowrk e poi di persona in piazza dei Miracoli a Pisa. «Mi sono innamorata della Torre pendente e di questi luoghi. Sono una ragazza di 39 anni che come migliaia di altre ragazze si sposerà a breve. Ma il mio appello vorrei che arrivasse a tutte coloro che ancora soffrono: fate come me, raccontate la vostra felicità, non vi nascondete», aggiunge pregustando il fatidico e liberatorio sì.

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