Aggredita dagli spacciatori alle Cerbaie, il racconto choc e la rabbia: «Nessuno li punisce, ho un sospetto...»
Lo sfogo della ragazza palpeggiata e presa a schiaffi da due sconosciuti
FUCECCHIO. Oltre due anni dopo la tremenda aggressione subita nei boschi delle Cerbaie, arriva lo sfogo della vittima, che chiede giustizia. La ragazza rimase ostaggio di due sconosciuti nella sua auto, per alcune decine di interminabili secondi, dove fu palpeggiata e presa a schiaffi in via di Montebono, tra Le vedute e Torre, una strada da dove era passata mille altre volte. Un’esperienza che permane ancora nei suoi ricordi più brutti, portandola a lasciarsi andare a un amaro sfogo: «Settecentotrentaquattro giorni sono passati dal primo settembre 2022 – scrive la vittima – oltre due anni dal giorno che ha inevitabilmente cambiato la mia vita. Un giorno che per tanti è stato solo un brutto fatto di cronaca, che per alcuni ha lasciato il segno per un po’, ma che alla fine, come spesso accade, è finito del dimenticatoio».
La testimonianza
La ragazza esprime il suo malessere: «Non mi sono mai esposta, mi sono limitata a rispondere con un semplice “sto bene” a chi chiedeva e sono rimasta a guardare nel mio angolino con la speranza di avere giustizia. Una giustizia mai arrivata. Ho avuto troppa paura del giudizio della gente che pur di parlare ha dato aria alla bocca senza neanche sapere». La vittima dell’aggressione alle Cerbaie racconta di aver ricevuto il sostegno della famiglia ma anche di tanti cittadini della zona, senza però aver visto puniti i colpevoli: «In questi oltre 730 giorni non è cambiato niente, la conclusione è che loro sono ancora lì in mezzo a noi e chi di dovere ha solo fatto finta di alzare un dito per poi chiudere gli occhi e girarsi dall’altra parte. Inizio a credere che forse la situazione faccia comodo a qualcuno, che vada bene così, perché tanto a rimetterci sono solo pochi cittadini di una piccola frazione che non conta niente. Eppure io in quei boschi ci ho passato l’infanzia. Ricordo come fosse ieri quando prendevamo le nostre biciclette e con babbo andavamo in giro per le strade, quando ancora quei boschi erano privi della mano dell’uomo; una roba che oggi non possiamo più fare».
La richiesta
Poi la richiesta di agire per colpire in maniera risolutiva la piaga dello spaccio di droga, che ormai da anni si annida in questi boschi dal grande valore naturalistico (e tutti gli insediamenti annessi nei territori delle province di Firenze, Pisa, Lucca e Pistoia), col sogno di tornare a vivere queste zone con la tranquillità di un tempo: «Dobbiamo metterci l’anima in pace? Andatelo a dire a chi ci ha rimesso di mettersi l’anima in pace, venitelo a dire a me di mettermi l’anima in pace. Una piccola parte di me spera ancora, una grande parte di me è consapevole che nessuno farà mai niente». Un’aggressione che fece molto rumore per le sue modalità e perché era la prima volta che veniva denunciato qualcosa del genere. Negli anni sono stati rimossi molti bivacchi dei pusher, ci sono stati numerosi blitz con arresti e sequestri di droga (anche cospicui), l’amministrazione comunale di Fucecchio ha investito sulle telecamere e le associazioni del territorio hanno provato a “occupare” i boschi nella maniera giusta. Ma il ricambio di manovalanza pronta allo spaccio è costante, così come la richiesta di stupefacenti (in particolare cocaina, eroina e hashish).