Il Tirreno

Pontedera

La superstrada dannata

Incubo Fi-Pi–Li, per un incidente viabilità in tilt e zero assistenza: il caos tra Pontedera e Ponsacco

di Francesco Turchi
Incubo Fi-Pi–Li, per un incidente viabilità in tilt e zero assistenza: il caos tra Pontedera e Ponsacco

Il racconto del maxi-tamponamento e degli effetti sul traffico: in tilt superstrada e mezza Valdera anche per la totale assenza di un piano di emergenza

10 maggio 2023
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PONTEDERA. Bloccati, per decine di minuti. Poi a passo d’uomo, per ore. Dentro e fuori dalla Fi-Pi-Li. In mezza Valdera. Appuntamenti e visite che saltano, giornate di lavoro che neanche iniziano. Migliaia di cittadini che rivedono il solito film su un’arteria pensata (male) per ben altri volumi di traffico e che vive sotto stress quotidianamente. E che, ormai da anni, si trasforma con una frequenza impressionante in una trappola per tutti. Sai quando parti, non sai quando arrivi a destinazione.

Perché non c’è una via d’uscita: in caso di incidente (ma può bastare anche un mezzo in avaria) , scattano le code chilometriche. Non c’è una corsia d’emergenza (al di là degli annunci) e – come è emerso chiaramente ieri mattina per l’ennesima volta – non c’è un piano d’emergenza sulla viabilità alternativa, con autotrasportatori e automobilisti letteralmente abbandonati, in una giungla di scorciatoie, semafori e incroci non presidiati, come è regolare che sia in una giornata normale, ma non in una situazione di caos.

In questo caso a innescare la congestione totale del traffico è stato un tamponamento a catena: sette i mezzi coinvolti (alcuni nelle foto), all’altezza della stazione di servizio Pontedera Nord, tra lo svincolo di Ponsacco la diramazione, in direzione Pisa. Nessun ferito grave, per fortuna.

Sono le 8.19 quando scatta la chiamata alla sala operativa del 118. Da quel momento la viabilità si blocca. Prima la Fi-Pi-Li, ovviamente. Con l’enorme colonna di mezzi che raggiunge gli undici chilometri di lunghezza. Poi tutto il resto. Perché chi è già in superstrada, cerca di raggiungere a fatica, l’uscita di Ponsacco. Chi non l’ha ancora imboccata, magari sfida la sorte e si mette in coda, confidando in un miglioramento della situazione: a proposito, le sbarre agli ingressi, installate nei mesi scorsi, restano alzate. Eppure l’azienda Avr aveva spiegato che sarebbero servite «per velocizzare la chiusura degli accessi in casi di emergenze, come per esempio incidenti, e in casi di chiusure programmate».

Coloro che decidono di evitare la Fi-Pi-Li, iniziano a gettarsi sulle strade alternative, con conseguenze facilmente immaginabili: tutto in tilt. A Ponsacco, a Pontedera, a Fornacette. E non solo. Tutte le strade, più o meno grandi, trasformate in serpentoni di mezzi.

Un esempio. Chi scrive ha imboccato la Fi-Pi-Li- alle 8. 30 a Montopoli, direzione Pisa. Superato lo svincolo di Pontedera, inizia l’incubo. Tutti fermi. Sono le 8. 50 circa. E via, inizia la caccia alle informazioni: il navigatore segnala un incidente: tempo di percorrenza “10 minuti in più del solito”. Poi 20. Quindi 30. E quando il “ritardo” previsto arriva a 45 minuti, tutti ancora fermi. Poi inizia la seconda fase, quella dove si procede a passo d’uomo mentre scatta il dilemma: uscire e farsi altri chilometri di coda, o cercare una strada alternativa? Prevale la seconda.

Anche se lo svincolo di Ponsacco è congestionato. Servono 10 minuti per arrivare alla rotatoria, per poi giocarsi la carta della zona industriale di Gello. Niente, tutto fermo anche lì. Addirittura c’è chi in via dell’Industria – per tagliare – ha spostato i dissuasori che impediscono l’accesso al braccetto pieno di crateri. Il delirio prosegue all’incrocio in viale America (semaforo funzionante); e poi all’ingresso di Fornacette, così come a Pardossi. Per “liberarsi” del tutto occorrono ancora alcuni chilometri, con arrivo a Pisa – dall’Arnaccio – alle 11.05. Due ore e quaranta minuti per andare da Palaia alla città della Torre (50 chilometri), il tempo necessario – a condizioni di traffico normali – per arrivare dal borgo dell’Alta Valdera, tanto per fare un esempio, a Bologna (con l’A1). E in tutto questo colpisce l’assenza completa di un piano d’emergenza (in attesa della corsia, che arriverà, forse tra anni) : nessun agente della polizia municipale, nessun volontario di associazioni che spesso si prestano per regolare il traffico. È chiaro che non sarebbe la soluzione, ma probabilmente un “piano” in questo senso, con la regia dei Comuni, potrebbe aiutare. Oppure gli amministratori possono continuare ad accettare di avere cittadini sul piede di guerra, strade e paesi congestionati, anche per un banale incidente.


 

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