A Casciana un murale di Ozmo per ricordare le 17 vittime della strage di Aiale
L’opera di fronte al rifugio dell’eccidio nazista. Arcobaleno, fronde e cielo per mantenere la Memoria
CASCIANA TERME LARI. Ricordare le vittime coi colori dell’arcobaleno, facendo luce sul muro grigio a protezione del rifugio dove persero la vita in 17. A metterci l’arte Ozmo, al secolo Gionata Gesi, celebre writer larigiano e oggi residente a Parigi. È l’iniziativa promossa dal “Popolo antifascista di Lari”, sigla dietro cui si raggruppano numerosi partiti, associazioni e organizzazioni che da sempre si occupano di mantenere viva la Memoria delle vittime di Aiale, la strage che nell’estate del 1944 si portò via le vite di tanti giovani e non solo.
«Come popolo antifascista di Lari non dimentichiamo la ferocia nazifascista che in quei giorni d’estate falciò le vite di Giuseppe Berna, Mario Bini, Francesco Casini, Lido Ceccotti, Ezio Cheli, Mauro, Sergio e Silvana Giannoni, Palmira Giobbi, Giulio e Romano Peroni Giseretti, Giovanna Giusti, Emilio Mengali, Rosa Mori, Luigi Papucci, Elvira Sartorelli e Mario Trocar – scrivono gli antifascisti –. Vite, quasi tutte giovanissime, strappate ai loro cari dalla vendetta vile di nazisti in fuga, che si avventarono sul borgo scappando alla fine di un’occupazione atroce durante la quale hanno disseminato la nostra bella Toscana di stragi, perpetrate con l’aiuto dei fascisti nostrani».
A dare forma a questo progetto è stato Ozmo, artista del murale ormai di fama internazionale che si è prestato per colorare il muro di fronte al rifugio dove persero la vita i larigiani. Il tutto, ovviamente, in parallelo alle altre iniziative istituzionali prevista per la giornata di oggi, con raduni alle 10, alle 10,45 e alle 11, 45 rispettivamente a Perignano di fronte alla chiesa, a Lari in piazza Matteotti e a Casciana Terme in piazza Garibaldi, per le deposizioni delle corone d’alloro.
«Quanti ceppi commemorativi esistono in Italia? Per quel luogo vorrei fosse qualcosa di più – dice il writer –. Non è mai facile affrontare il tema della violenza, specie quando si ha a che fare con persone uccise, dei martiri. C’è sempre il rischio di eccedere in termini retorici o di utilizzare stili in voga nel passato, ma che non abbiamo più molto da raccontare alle persone e ai ragazzi di oggi. Da qui l’idea di valorizzare ancora di più un luogo che già è stato sviluppato. Abbiamo a che fare con un muretto, una panchina, degli alberi. Un luogo fatto per essere vissuto da persone che abbiano quindi anche l’occasione di sapere, quando sono lì, il significato di quel sito e della memoria che racchiude».
Così è nato il progetto col cielo azzurro a fare da sfondo, un arcobaleno, delle fronde che dialogano con quelle reali degli alberi tutto attorno. «Un messaggio di pace, indubbiamente, ma anche un invito a sostare.
Un intervento “side specific”, in grado di dialogare con il luogo – continua Ozmo –. Un ponte fra passato e presente in cui le fronte degli alberi, simbolicamente, guardino alle fronde reali degli alberi che ci circondano: passato e presente si toccano. La memoria dovrebbe essere così, riguarda il passato ma si rivolge al futuro, ai figli dei larigiani sopravvissuti alla guerra i cui frutti sono ancora fra noi».
«Un luogo dove sarà ancora più bello sostare e riflettere – fanno sapere gli antifascisti. – Perché 25 Aprile non è oggi, né domani: è sempre».