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Michele in finale a “Tali e Quali”: ecco chi è il pontederese che imita Vasco

Paola Silvi
Michele in finale a “Tali e Quali”: ecco chi è il pontederese che imita Vasco

Operatore sanitario, è nato in città tra le braccia di zia Marisa

02 febbraio 2023
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PONTEDERA. Conto alla rovescia per salire sul palco della finalissima di “Tali e Quali show”, la trasmissione di Rai uno che sabato sera ha dato spazio a concorrenti non ancora famosi ma celebri imitatori di grandi rock star, sulla scia della più conosciuta “Tale e quale” dove sono i vip a trasformarsi.

Michele Carovano, operatore sanitario di 55 anni, nato a Pontedera, è pronto alla sfida, portando alla ribalta una nuova esibizione nei panni del suo alter ego, Vasco Rossi. Nella storia di Carovano, oltre alla passione per la musica, scorrono le tradizioni elbane e le origini pontederesi.

«Nel 1967 mia madre ha partorito all’ospedale Lotti – racconta l’artista – perché sua sorella lavorava lì come ostetrica e voleva essere lei a farmi nascere». Zia Marisa, oggi una signora ultraottantenne abita ancora nella città della Vespa e quando può Michele passa a trovarla. Ma le strade della vita, che in tour da anni continua incessantemente a girare, l'hanno portato presto lontano dalla città della Vespa.

«I miei genitori, lei nata e cresciuta a Casciavola, lui a Livorno, erano entrambi cantanti, si sono conosciuti al Cantagiro e si sono innamorati. Dopo i primi anni di convivenza in provincia di Pisa, nel periodo della mia infanzia ci siamo trasferiti all'isola d'Elba». Anche dal mare però Michele si è allontanato giovanissimo per seguire il suo sogno. Un diploma in composizione con Mogol in tasca e tanta voglia di imparare. Le serate nei locali, le trasferte a Milano, Roma, Firenze. Ma anche all'estero, in Inghilterra per scommettere su un futuro fatto di ritmo e melodia. Le prime note davanti ad un microfono nelle hall degli alberghi e i commenti su quanto assomigliasse a Vasco Rossi, «sempre più spesso capitava – aggiunge – che mi chiedessero di cantare un pezzo di Vasco. All’inizio mi dava quasi fastidio. Poi nel 2016 la tribute band di Vasco cercava una voce. Per gioco ho inviato la mia musica, ho fatto il provino ed è stata la svolta». L’incontro con gli Havana Club tribute ha spinto Michele a studiare nei dettagli il rocker emiliano, il suo modo di comunicare, la sua gestualità, le sue tonalità. E ha capito che quella che stava percorrendo era la via giusta. Ma gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo e sono arrivati gli anni del Covid, delle chiusure dei locali. L’imitatore di Blasco ha dovuto reinventarsi come operatore socio-sanitario senza tralasciare la musica, il vero amore che gli faceva battere il cuore.

«Ho frequentato la scuola a Belluno e sono entrato a lavoro in una residenza sanitaria assistita ma non mi sono mai dato per vinto», continua. E questa tenacia è sbocciata in successo.

«Sono stato selezionato e dopo la prima esibizione, nella quale mi sono aggiudicato il terzo posto – ripercorre le tappe Michele – la Endemol Shine ha deciso di ripescare tutti coloro che si erano classificati terzi nelle precedenti quattro puntate. La commissione ha deciso chi mandare in finale e nella puntata del 28 gennaio sono stato nominato per questa grande occasione. Ero emozionatissimo e molto contento. Durante il viaggio di ritorno, in macchina, avevo un nodo alla gola. Quando ho telefonato a casa, alla mia compagna e alle mie figlie, è esplosa la gioia». Così la competizione continua e Michele sabato sarà di nuovo Vasco Rossi. Identico, come due gocce d'acqua.

«Mi sto preparando al meglio, so che sarà difficile. Siamo rimasti in nove e sono tutti davvero bravi. Il mio obiettivo – confessa – è quello di piazzarmi fra i primi tre ma soprattutto punto a cantare bene, a interpretare l’idolo modenese sia tecnicamente che vocalmente in maniera impeccabile. Al di là del risultato però sarà una festa». L'inizio di un altro percorso. «Perché dopo il 6 febbraio – conclude – pianificheremo con la band un calendario di appuntamenti. Magari una tappa sarà in Toscana e avrò modo di tornare a Pontedera e salutare zia Marisa».


 

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