Il Tirreno

Il personaggio

Andrea Agresti compie 50 anni, le nove vite della Iena: «Volevo fare il ranger dei boschi, poi l’insegnante, ma...»

di Luca Tronchetti
Andrea Agresti compie 50 anni, le nove vite della Iena: «Volevo fare il ranger dei boschi, poi l’insegnante, ma...»

Radio, tv, teatro e musica: l’inviato provocatore compie 50 anni. Figlio unico di gestori di bar e pasticcerie tra Pistoia e Prato, ha fatto anche il preparatore atletico di una squadra di calcio. L’ingresso in Mediaset grazie a un rissa a una partita

26 aprile 2024
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L’Agresti ha fatto 50 e da 20 anni è l’inviato provocatore e a volte conduttore del programma cult “Le Iene” in onda sulle reti Mediaset mentre è stato protagonista nell’edizione del 2019 di “Tale e Quale Show” con imitazioni memorabili. Radio, tv, teatro, pubblicistica e musica hanno attraversato una carriera iniziata 30 anni fa quasi per caso e alternativa all’originaria vocazione. Andrea Agresti da Valenzatico, frazione di Quarrata (Pistoia), voleva diventare un ranger dei boschi: «Sì – racconta il comico-presentatore-intrattenitore toscano con una sfrenata passione per la musica heavy metal – ho sempre avuto uno spirito green. Avevo le idee chiare: istituto agrario e domanda di arruolamento nei forestali. Mi ero messo anche a fare atletica leggera: corsa campestre, tremila siepi, corsa in montagna sotto la guida del mio maestro Alessandro Parrini. Tesserato per il Gs Orecchiella Lucca a 18 anni per un secondo non sono riuscito a partecipare alle finali dei campionati italiani. Quello era un bel biglietto da visita per entrare a far parte corpo forestale. Mi vedevo già tutore dell’ambiente e del paesaggio, ma alla visita di leva venni riformato. Una “cignata” dura da assorbire».

Dall’Isef alle band

Figlio unico di gestori di bar e pasticcerie tra Pistoia e Prato, il poliedrico Agresti unisce l’utile al dilettevole: frequenta l’Isef e coltiva un’altra grande passione: la musica: «Per laurearmi ci ho messo nove anni, ma nel frattempo ho fatto un po’ di tutto: dal preparatore atletico di una squadretta di dilettanti a “Le Querce” sino all’insegnante di educazione fisica nell’ambito di un’attività ludico-sportiva per il recupero dei ragazzi di elementari e medie a Cireglio. Il mondo della scuola mi piaceva. I ragazzi mi seguivano, i genitori mi adoravano, gli insegnanti e il preside erano contenti di me». E lì arriva la seconda mazzata dopo quella del forestale: «Dopo cinque anni vado alla direzione didattica di Pistoia e chiedo una cattedra». La risposta non può che essere negativa: «Gli ho salutati e ci ho messo una pietra sopra». A questo punto gli resta il sogno di diventare il leader di una band: «Formai il gruppo “I dipinti a mano”: musica demenziale con chitarra e tastiere. Non so se suonavamo bene, ma durante le serate ridevano tutti».

Radio, tv e…Carlo Conti

Da speaker di Radio Sorriso, emittente pistoiese in via Bastione Mediceo, con il programma d’intrattenimento “Sorrisi e Sfondoni” (“due ore di chiacchiere da cabaret con poche canzoni”) alle prime serate al prezzo fisso di 50mila lire (“Nella mia città mi sentivo un re, quando mi chiamavano in Maremma era più la rimessa che il guadagno”) sino al contratto da 500mila lire al mese, pubblicità inclusa, di Rtv38-Odeon Tv. La svolta arriva nel 1999 con il programma “Zona 38”: «C’era stata una gigantesca rissa durante una partita di calcio in Valdarno con botte da orbi e sedie in campo. Decidemmo di proporlo a “Striscia la notizia” il tg satirico di Antonio Ricci. Ci chiamarono subito e mi chiesero di collaborare. Un anno dopo, inviando una mia cassetta, partecipai al memorial “Mario Riva”. Eravamo in tremila: dopo una prima selezione rimanemmo in 500 e alla fine siamo arrivati a fare questo mestiere in tre: io, Michele La Ginestra de “I fatti vostri” e Dado Coletti che lavora ai Rai Gulp e Disneyclub». Fondamentale l’incontro con Carlo Conti: «Un numero Uno. Mi volle con lui nella trasmissione di Rai 1, “I raccomandati” dopo che per una decina d’anni alle selezioni di miss Toscana io, Militello e Paci ci improvvisavamo disturbatori della sua conduzione. All’epoca non si facevano contratti di rete, ma contratti di produzione. Venni chiamato come inviato a “Le Iene” su Italia Uno e andai in onda per la prima volta a gennaio 2004. Sono passati 20 anni e nell’immaginario collettivo resto una Iena».

Monni e Celentano

Le esperienze teatrali gli hanno lasciato un segno indelebile e Carlo Monni è stato il suo mito: «Ho ancora il suo numero di telefono e quando scorro la rubrica mi si riempie il cuore perché lo sento vicino. Per me Monni è stato il Maradona della toscanità. Da ragazzo, quando lo vedevo in Tv a fare da spalla a Roberto Benigni, mi fermavo incantato. Un artista completo: mi sarebbe piaciuto vederlo recitare in film drammatici. Avrebbe stupito come fece Totò diretto da Pasolini. Abbiamo recitato insieme “Il Decamerone” in lingua medievale. Tre mesi di studio e lettura che mi hanno fatto conoscere una persona indimenticabile». Sul piano artistico gli piacerebbe duettare con il “Molleggiato”: «Sarebbe un sogno essere chiamato da Celentano sul palco a esibirmi con lui. Stesso discorso vale per “Elio e le storie tese”. Con loro intonerei il brano’Cassonetto differenziato’. E vorrei trascorrere una mezza giornata con Steve Harris, fondatore degli Iron Maiden».

Una vita sul palco

Il 17 maggio l’Agresti, in versione cantante, inizia la tournée con la sua band: Milano, Siena, Torino, Cremona, Bologna: «Lo spettacolo dura un’ora e mezzo. A volte alterno brani heavy metal a performance comiche modulando e mescolando a seconda dell’umore del pubblico. Nessuno si attenda acuti o assoli, non c’entro nulla con Demetrio Stratos e Bruce Dickinson». 




 

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