Matilde, 100 anni e il dono del paese di La Rotta. Targa e foto per il padre capostazione ucciso dalle bombe
La festa per un secolo di vita e quell’omaggio per ricordare Giorgio Giorgi, morto nell’aprile del 1944 mentre stava lavorando nel piccolo scalo della frazione di Pontedera. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione Il Mattone
PONTEDERA. «Come ho fatto a vivere 100 anni? Non lo so. Non lo avrei mai detto. E invece eccomi qua». Si chiama Maria. «Ma tutti mi conoscono come Matilde. Fin da quando sono nata. E di tempo, da quel giorno, ne è passato parecchio». Tacchi, rossetto, capelli ordinati e sorriso smagliante. Matilde Maria Giorgi accoglie così il sindaco di Pontedera, Matteo Franconi, nel giorno in cui soffia su quelle candeline che celebrano un secolo di vita, martedì 22 novembre.
Matilde è felice, circondata dall’affetto del paese di La Rotta e da quello dei figli, Giorgio e Grazia. «È una soddisfazione incredibile vedere nostra madre in questo stato di salute a 100 anni. Siamo felici di potercela godere ancora, lucida, vispa e sempre pronta a scambiare quattro chiacchiere».
Non solo i fiori e l’abbraccio del sindaco. A Matilde è stata fatta un’altra sorpresa, orchestrata e organizzata dall’associazione Il Mattone, che da sempre si occupa di mantenere vive le tradizioni e i legami con il passato de La Rotta. Il regalo alla centenaria affonda le radici fino al 2 aprile del 1994. È domenica e a La Rotta si sente il ronzio degli aerei in cielo. C’è la guerra. In tarda mattinata gli americani sganciano due bombe sulla frazione. Una colpisce la ferrovia, l’altra il muro perimetrale della piccola stazione. Lì dove sorge anche l’appartamento in cui vive Matilde con la famiglia: mamma Giacomina, la sorella Brunella e i fratelli Bruno e Agostino. Babbo Giorgio fa il capostazione ed è nel suo “gabbiotto” quando dal cielo arriva la morte. La sua vita finisce sotto le bombe degli alleati. La famiglia Giorgi rimane sfollata nei boschi della Valdera.
La guerra finisce e Matilde cresce. Si sposa, ma quando i figli – gemelli – sono ancora neonati perde il marito.
«In quel momento mia mamma ha tirato fuori un coraggio da leonessa. Ha iniziato a lavorare scaricando casse di frutta, o raccogliendo verdure. Un lavoro sfinente – racconta il figlio Giorgio – che però era l’unico modo per portare da mangiare a casa».
Poi Matilde si sposta nel mondo delle calzature e lavora alcuni anni in diversi stabilimenti tra Castelfranco e San Gervasio. A metà anni Settanta l’azienda in cui è impiegata fallisce e si ritrova disoccupata.
A 52 anni reinserirsi nel mondo del lavoro è praticamente impossibile. E allora Matilde si dedica ai figli. Quei figli che ieri avrebbero voluto accompagnarla a vedere lo splendido regalo che il paese de La Rotta ha fatto a nonna Matilde per i suoi 100 anni. All’altezza del cavalcaferrovia – da cui si vede ciò che resta della stazione de La Rotta, chiusa da una vita e mai recuperata a livello architettonico – è stata installata una targa, accompagnata da alcune foto storiche, in memoria di Giorgio Giorgi, il padre di Matilde. Un modo per ricordare quell’uomo buono e ligio al dovere morto in una domenica di primavera. E accanto alla targa sono state installate alcune fotografie storiche della Rotta, compresa quella del 1984, quando con una grande cerimonia la targa in omaggio a Giorgio Giorgi venne messa alla stazione di La Rotta. Oggi il cippo è stato spostato per fare un regalo a Matilde, che però non è ancora riuscita a vederlo a causa del maltempo. «Non vedo l’ora che smetta di piovere – dice – per andarla a vedere».