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Operaio morto nella tenuta in Valdicecina: le lesioni alla testa emerse dall’autopsia e la verità sulla tragedia

Pietro Barghigiani
Operaio morto nella tenuta in Valdicecina: le lesioni alla testa emerse dall’autopsia e la verità sulla tragedia

Sono indagati il titolare della ditta e un connazionale accusato di aver spostato il corpo di almeno una cinquantina di metri: ecco i loro nomi

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MONTECATINI VdC. Una morte istantanea dovuta alle lesioni procurate alla testa nell’impatto con il suolo dopo un volo da almeno 8 metri.

È l’anticipazione che emerge dall’autopsia eseguita ieri pomeriggio sul corpo di Begtash Masja, 38 anni, domiciliato a Empoli, trovato senza vita giovedì mattina nella tenuta agricola Mocajo. Da quello che è emerso nel corso dell’esame autoptico è ipotizzabile che, anche se immediati, i soccorsi non avrebbero salvato l’operaio albanese. Lo spostamento del corpo e il ritardo nel chiamare il 118 non avrebbe, quindi, inciso sulla sorte ormai segnata del lavoratore.

È agli atti anche un accesso al pronto soccorso di Masja. Il 6 ottobre si presentò in ospedale per sottoporsi a una visita dopo aver accusato un malore. È uno degli elementi acquisiti dai carabinieri nel corso dei primi accertamenti svolti dopo il ritrovamento del cadavere. È un fatto che l’operaio abbia sostenuto una visita per problemi di salute. E può essere un contributo utile a definire meglio in quale condizioni il 17 novembre scorso può essere salito su un ponteggio del cantiere nella proprietà della famiglia Borghi di Varese. È caduto per un malore? Non era in perfette condizioni, ma è andato comunque a lavorare?

Domande a cui darà una possibile risposta l’autopsia effettuata ieri pomeriggio all’istituto di medicina legale di Pisa da parte del professor Marco Di Paolo su incarico della Procura. Massimo e Alessandro Forgeschi sono i medici legali della parte offesa, assistita dall’avvocato Maurizio Nasti.


Sono indagati il titolare della ditta e un connazionale accusato di aver spostato il corpo di almeno una cinquantina di metri. Sono l’imprenditore Spartak Shima, 47 anni, albanese, residente a Santa Croce sull’Arno, difeso dall’avvocato Erica Ballatori. Per il secondo indagato il magistrato Giancarlo Dominijanni procede per il reato di favoreggiamento: Agin Paja, 45 anni, albanese, domiciliato all’interno della tenuta Mocajo, difeso dall’avvocato Fabrizio Bartelloni.

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