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l’incontro 

Via Rospicciano, sollecitata l’azione di sgombero del “palazzaccio”

Cristiano Marcacci
Via Rospicciano, sollecitata l’azione di sgombero del “palazzaccio”

Ricevuti dal prefetto Castaldo l’onorevole Berti (5 Stelle), il consigliere comunale Arrighini e l’imprenditore Malacarne

24 febbraio 2020
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ponsacco. L’ecomostro di via Rospicciano a Ponsacco, abitato da numerose famiglie rom e al centro da tempo di numerose polemiche, è stato oggetto l’altro giorno di una riunione in Prefettura a Pisa alla quale hanno partecipato lo stesso prefetto Giuseppe Castaldo, l’onorevole Francesco Berti, deputato del Movimento Cinque Stelle, Gianluca Arrighini, consigliere comunale grillino a Ponsacco, e Alessandro Malacarne, proprietario e gestore di un negozio nelle vicinanze del palazzo.

«Abbiamo fatto il punto della situazione – spiega Francesco Berti –, diventata ormai insostenibile. Un palazzo in cui attualmente vivono oltre 220 persone (una quarantina di famiglie), quasi tutte ricollocate a Ponsacco dopo lo sgombero dei campi rom di Cascina e Navacchio. Negli ultimi mesi si è creata una condizione di degrado sociale e ambientale che non riguarda solamente le persone che vivono nello stabile, ma che ha pesanti conseguenze sui cittadini che risiedono o lavorano in quella zona della città. Garantire un rapido ma ordinato sgombero della struttura è l’unica soluzione possibile».

La storia dell’immobile di via Rospicciano è tristemente nota. «La società che gestisce l’immobile – ha spiegato Arrighini –, l’unica che ai tempi partecipò al bando per la sua realizzazione, è in procedura di fallimento. Il Comune di Ponsacco avrebbe dovuto verificare che la società fosse affidabile e invece ha permesso ad un privato di lasciare l’intero immobile in un grave stato di abbandono. Come se non bastasse, il Comune ha poi dato l’agibilità senza fare il dovuto collaudo delle opere di urbanizzazione, permettendo quindi alla proprietà di locare l’immobile a chicchessia».

«La condizione di degrado nella quale viviamo o lavoriamo è inaccettabile – ha affermato Malacarne – ci sono bande di persone che creano disagi ai miei clienti. Ho fatto numerose segnalazioni al Comune e denunciato la situazione ai carabinieri. L’amministrazione dovrebbe almeno provare a contenere i danni, ad esempio emanando un’ordinanza per far sì che l’alcol venga venduto solamente in bicchieri di plastica o carta, evitando così che ci siano bottiglie di vetro abbandonate ovunque».

«Le verifiche eseguite dalle forze dell'ordine – ha sottolineato Arrighini – hanno riscontrato l’irregolarità di diverse presenze all’interno dell’immobile. Al momento risultano sotto osservazione i contratti di locazione che, per la maggior parte, sono decaduti. La proprietà purtroppo sta realizzando una vera e propria azione di resistenza che rischia di allungare le tempistiche di sgombero dell’edificio. In questo quadro di degrado sociale il Comune è intervenuto con alcune azioni che però non sono sufficienti».

«Il prefetto – dichiara l’onorevole Berti – ci ha comunicato che nel giro di un mese ci saranno importanti novità, che permetteranno di risolvere la situazione. Anche il ministero degli Interni è al corrente della situazione e tutte le istituzioni ora devono lavorare in un’unica direzione: rendere al più presto effettivo lo sgombero totale dell’immobile, ripristinando la sicurezza e la vivibilità di una zona che appartiene a tutti i ponsacchini. Questa vicenda ci insegna anche un’altra cosa: sgomberare con la ruspa i campi rom, come successo a Cascina, senza aver in mente un piano e un luogo per accogliere le persone non è intelligente. Così facendo i problemi si spostano, scaricandoli inevitabilmente su altre comunità, come è avvenuto a Ponsacco». —Cristiano Marcacci

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