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il giallo di varsavia  

«Salvatore non c’è più per colpa di amici sbagliati non per i giochi su Internet»

Tommaso Silvi
«Salvatore non c’è più per colpa di amici sbagliati non per i giochi su Internet»

Parole choc della madre di Salvatore Cipolletti nel giorno del funerale del 24enne Resta avvolta nel mistero la caduta dal settimo piano. I colleghi: «Fuori la verità»

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PONSACCO. «Ringrazio tutti per l’affetto dimostrato nei nostri confronti e soprattutto verso Salvatore. Mio figlio non è morto per dei giochi online, ma a causa di alcuni amici sbagliati».

Un lampo di silenzio, seguito da un lungo applauso. Le parole sono quelle di, Suphapron Thiansamran, conosciuta da tutti a Ponsacco come Mary, nel giorno del funerale di Salvatore Cipolletti, 24enne morto il 9 marzo a Varsavia, in Polonia, dopo un volo dal balcone, al settimo piano, dell’appartamento che aveva affittato con alcuni amici per passare un fine settimana di vacanza.

Il messaggio che la madre lancia dall’altare della chiesa di San Giovanni Evangelista a Ponsacco, al termine della funzione, ribadisce il pensiero dei genitori del giovane, che non hanno mai smesso di manifestare i loro dubbi sull’ipotesi del suicidio.

«Un grande mistero quello che circonda la figura di Salvatore, mille domande e mille perché, per ora tutto rimane avvolto nel mistero. Il mistero dell’incertezza umana – ha detto don Renzo Nencioni nell’omelìa – che ci spiazza di fronte a certi avvenimenti inspiegabili. La vicenda di Salvatore è piena di incertezze e di dubbi. Forse un giorno la verità verrà fuori».

Verità che chiedono anche i colleghi dell’Asse Group, cooperativa con sede nella zona industriale di Pontedera in cui lavorava Salvatore insieme alla madre: «Era un ragazzo d’oro, che amava la palestra e la vita. Era molto contento di partire per la Polonia, noi lo avevamo visto venerdì 8, il giorno prima che partisse», raccontano gli operai. «Salvatore non si è suicidato – proseguono – in quella casa è successo qualcosa di strano, ne siamo sicuri».

Molte persone hanno voluto dare l’ultimo saluto a Salvatore. C’erano anche i compagni di classe della quinta L del Pesenti di Cascina, dove Salvatore si è diplomato in ragioneria. Sconcerto e incredulità anche i tra i ragazzi che sono cresciuti assieme alla vittima: non credono, neppure loro, che Salvatore abbia deciso lucidamente e consapevolmente di gettarsi dal settimo piano. L’atmosfera, durante il funerale, è carica di dolore, tensione e rabbia. Tutti pensano che Salvatore sia vittima di qualcosa che ancora è avvolto da un sacco di domande. Tutti sono convinti che ci sia ancora molto da sapere.

Un giallo, quello di Varsavia, che ha distrutto una famiglia carica d’amore. Mary, all’arrivo della salma in chiesa, ha accusato un malore. È stata sorretta dal marito Carmine e dai parenti. Intanto, sul fronte delle indagini, prosegue il lavoro degli inquirenti a caccia della verità. Al funerale era presente anche l’avvocato della famiglia Cipolletti, Ivo Gronchi. La versione fornita dagli amici di Salvatore presenti la sera della tragedia, due polacchi, un italiano di Lucca e un croato, racconta di un gesto volontario e improvviso del giovane. Una teoria che, però, sembra fare acqua da diverse parti. Ieri, al funerale di Salvatore, era presente anche Valeria, collega di lavoro con cui da poco tempo era nata una simpatia particolare.

Salvatore aveva scritto proprio a lei pochi minuti prima di morire. Prima indicandole il nome di un giovane polacco che non era nell’appartamento, ma che è amico su Facebook di Cipolletti, poi inviandole un vocale: «È il nostro momento, il nostro suicidio». Salvatore si sentiva in pericolo? La sua era una richiesta d’aiuto? Perché quel messaggio vocale tre minuti prima di morire? Domande ancora senza risposta. —

Tommaso Silvi

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