Dai terremoti ci si difende a scuola: intesa Unione-Ingv
Pontedera: rinnovato l’accordo con l’Istituto nazionale di geofisica: «Sarebbe bello avere un sismografo artigianale tra i banchi»
PONTEDERA. Unione dei Comuni della Valdera e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ancora insieme. È stato rinnovato ieri mattina, infatti, l’accordo tra l’istituzione territoriale con sede a Pontedera e l’ente di ricerca incaricato di monitorare i fenomeni sismici in tutta Italia. Un patto che mira a educare i cittadini, soprattutto i giovani, riguardo ai terremoti e agli altri fenomeni legati al movimento della Terra. Il primo accordo era stato siglato nel 2010 e, una volta scaduti i termini, si è scelto di rinnovarlo. «Si tratta di una relazione tra due soggetti con compiti ben distinti, ma in qualche maniera complementari. Da una parte l’Ingv, che fa ricerca, e dall’altra l’Unione dei Comuni, che invece utilizza i dati e le indicazioni per formare gli abitanti del territorio», ha spiegato Andrea Sodi, responsabile del servizio di Protezione civile dell’Unione.
A ufficializzare il prolungamento della partnership è stato il sindaco di Ponsacco Francesca Brogi, in qualità di delegato alla Protezione civile: «È importante che un settore così difficile da governare, come quello dei fenomeni sismici, sia oggetto della doppia attenzione di Unione e Ingv. Dobbiamo investire sulla formazione dei cittadini, in maniera che sappiano rapportarsi al rischio. Puntiamo molto – ha rivelato Brogi – sull’educazione nelle scuole: dalle elementari ai licei. Il lavoro della Protezione civile si sta rivelando prezioso e mi auguro che siano sempre più coinvolte anche le numerose associazioni di volontariato della Valdera, pronte a fare la loro parte ogni volta che vengono chiamate in causa». Tra i banchi dunque si parlerà di terremoti e di come comportarsi durante le scosse. «È necessario aumentare la percezione del rischio di catastrofi naturali, perché è vero che le nostre zone non sono particolarmente soggette a scosse, ma non è impossibile che esse si facciano sentire. A volte l’epicentro è lontano, ma il movimento si avverte anche a chilometri di distanza».
Gilberto Saccorotti, direttore dell’Ingv di Pisa, ha proseguito parlando del personale che opererà nell’ambito del progetto condiviso tra l’Istituto e l’Unione: «Mettiamo in campo forze importanti e lo facciamo perché siamo convinti di poter svolgere un lavoro di grosso impatto». Ma quanto rischia la Valdera in caso di terremoti? E quali sono le zone della Toscana più soggette a scosse? La risposta arriva dal responsabile del Centro di pericolosità sismica dell’Ingv, Carlo Meletti: «In una scala da 1 a 4, in cui 4 rappresenta il livello di minore pericolo, la Valdera si colloca in categoria 3. Il terremoto più forte da queste parti è stato quello di Orciano Pisano, nel 1846. Il problema però sta nei moltissimi edifici presenti in Italia che non sono in grado di attutire neppure terremoti cosiddetti “piccoli”, ovvero inferiori al quinto grado di magnitudo. Dovremmo procedere con una verifica completa delle strutture, cosa che lentamente sta cominciando a prendere piede».
Quindi, il desiderio di Meletti e Protezione civile: «Sarebbe fantastico riuscire a far costruire ai ragazzi delle scuole un sismografo artigianale, in modo che ce ne sia uno in ogni istituto. Gli studenti si accorgerebbero che la terra si muove costantemente, anche quando non ce ne accorgiamo. In Inghilterra, per esempio, c’è un sismografo in tutti gli istituti scolastici».