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Pistoia, Della Rosa contro il suo cuore: prima volta da avversario per l’ex capitano (cresciuto in curva)

di Marco Tirinnanzi
Gianluca Della Rosa
Gianluca Della Rosa

Sulla panchina di Pistoia troverà suo fratello Tommaso: «Sarà un’emozione unica» 

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PISTOIA. Gianluca Della Rosa alla prima volta da avversario in quella che è da sempre casa sua, contro quella che da sempre è la sua squadra. Ad allenarla da quest’anno, per di più, suo fratello. Casalecchio-Pistoia è un tragitto lungo giusto poco più di un’ora; quel viaggio però è troppo breve per contenere otto anni (e coda, come si dice qui da noi) di vita in biancorosso.

Della Rosa, Fantinelli come lei tifoso e capitano. Non le viene, specie dopo un match come quello vinto contro Verona, il rimpianto a non vedersi più idolo del palazzetto?

«Quello che è Fantinelli per la Fortitudo lo ero io per Pistoia. Sicuramente all’inizio mi faceva strano, poi ci fai l'abitudine. Sono esperienze della vita. Ho scelto di rimettermi in gioco e prendo spunto da lui in tante cose e anche nel caso in cui un giorno chissà, dovessi essere capitano di nuovo, anche a Pistoia».

Più deresponsabilizzato adesso che non è più il capitano cresciuto in curva?

«No, la responsabilità c’è sempre. È una piazza storica Bologna, con un tifo esigente che ha visto tantissimi campioni. Adesso però penso di più al basket giocato. A Pistoia ero il catalizzatore di tante situazioni nel bene o nel male, anche se mi faceva piacere».

Minutaggio da sesto uomo al PalaDozza. Quanto Della Rosa si sta godendo la Fortitudo?

«Mi sento al 50% perché non sto giocando la mia migliore pallacanestro. Dopo 9 anni, com’è normale, c’è un nuovo assetto tecnico a cui mi sto abituando. Mi aspettavo questi minuti.

Rispetto le scelte del coach e ne sento la fiducia. Abbiamo poi uno dei migliori play del campionato, anche se spesso giochiamo insieme».

Taglio di capelli nuovo, tanto che a di là del traforo la scambiano per il numero 7 del Bologna.

«Al PalaDozza quando arriviamo qualche tifoso mi chiama Orsolini per via dei capelli, ma non l’ho mai incontrato. Il mio parrucchiere di fiducia parlando del più e del meno ha calcato la mano, e ora non si può più tornare indietro (sorride nda)».

Estra e Fortitudo, con la prima sotto l’altra. Più brava l’una o più deludente l’altra?

«Pistoia sta facendo un ottimo campionato: ha vinto fuori contro Verona, Ruvo e Rieti, e Tommy sta facendo un grandissimo lavoro. Noi non un buon inizio. Alcune occasioni potevamo sfruttarle meglio».

Estra quindi per lei fin qui squadra rivelazione?

«Non voglio gufare, mi maledirà Tommy, però sinceramente mi aspettavo questo inizio, non mi sorprende. È una squadra di alto livello, con Gallo, una coppia di americani forte, oltre a Saccaggi e Zanotti.

E manca poi Benetti. Hanno margini di miglioramento e so che Tommaso li sprona nella settimana».

Domenica sera alla LumoSquare si passa da “Nel nome Della Rosa” a “Fratelli coltelli”?

«Non ho avuto modo di pensarci ancora bene. Adesso che l’ora x si sta avvicinando iniziano a tremarmi le gambe. Non ho mai giocato contro quella che è casa mia. Fratelli coltelli no, ma nemmeno fratelli.. Con Tommaso ci sentiamo sempre dopo le partite. Adesso però è più di una settimana che non lo sento. Non ci scriveremo nulla. L’unico saluto sarà dentro il campo. Saremo rispettosi al massimo».

Che tipo di accoglienza si aspetta?

«Col momento che stanno vivendo (la Baraonda nda), spero che ci saranno col loro solito tifo. Voglio rivedere il mio ex pubblico, e spero che riempiranno gli spalti. Sarà un’emozione unica. Non lo so cosa faranno, sono pronto anche ai fischi, anche se spero non arriveranno».

Questione Daspo. La Baraonda sta pagando il prezzo più alto?

«Conosco tutti i ragazzi della curva. Possono superare il limite ma restano sempre nella cornice delle regole.

Il Daspo mi ha sropreso perché due (dei tre tifosi biancorossi a cui è stato inflitto il divieto nda) li conosco bene, sono persone con la testa sulle spalle che hanno una vita fuori dal tifo. Mi auguro ne vengano fuori».

Partita in parità, la decide lei con una tripla in stile Napoli in A1, stavolta però sotto la Curva Pistoia, e sulla sirena. Più esultanza o dispiacere?

«Sarei contento per me, e per la squadra. Ma avrò sempre rispetto per Pistoia. Come quando un ex fa gol nel calcio e non esulta».

Fino all’anno scorso pronunciavi Della Rosa e il primo nome a cui pensare era il suo. Da quest’anno invece in cima c’è Tommaso. Che effetto fa in famiglia?

«Prima invece era Stefano (ora presidente del Pistoia Basket Academy nda). La ruota gira. Chissà che non tocchi anche alla mamma (gli scappa un altro sorriso nda). Chiaro che sono super orgoglioso e contento che sia il momento di Tommy.

Ma penso che comunque anche in futuro chiunque pensi a Pistoia un mattoncino dei Della Rosa ci sarà sempre».

Gianluca, mancano 8 punti ai 1000 con la maglia di Pistoia. Quando torna a segnarli?

«Dipende dal mio fratello: se mi rivorrà, ritornerò(sorride ancora nda)».

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