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Urla: «Apri, apri» e prova a entrare in casa: giovane mamma sola coi figli chiama i carabinieri, arrestato


	Un intervento dei carabinieri (foto d'archivio)
Un intervento dei carabinieri (foto d'archivio)

Pistoia, è successo a Ramini. Un 40enne ha provato a introdursi in un'abitazione ed è stato fermato con l'accusa di tentato furto. Nella zona sono state anche trovate due auto danneggiate

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PISTOIA. «Stanotte (ieri notte, ndr) intorno alle quattro, le quattro e dieci, mia figlia - che si trovava da sola in casa in quel momento con due figli piccolI perché il compagno era a lavorare - ha sentito bussare forte alla porta».

Era uno dei migranti ospiti della parrocchia di San Niccolò, a Ramini, che chiedeva con forza di poter entrare: «Apri, apri», urlava picchiando alla porta. «Per fortuna – aggiunge la madre della donna ai microfoni di Tvl – i bambini non si sono svegliati e non si sono accorti di quello che stava succedendo. Mia figlia si è impaurita».

Non ha aperto all’uomo, un 40enne nigeriano, che in passato era stato ospite della parrocchia per poi andarsene a Firenze. Don Biancalani l’aveva riportato a Ramini quel mattino. La giovane donna ha telefonato al 112, e in pochi minuti in paese si è diretta una pattuglia di carabinieri, che ha fermato il 40enne mentre stava tentando di entrare nell’abitazione dal retro. È stato tratto in arresto con l’accusa di tentato furto. Il giudice per le indagini preliminari, ieri mattina, ha convalidato l’arresto. Il 40enne è stato quindi trasferito nel carcere di Santa Caterina in Brana.

Sempre ieri mattina alcuni residenti hanno scoperto il danneggiamento di due auto, parcheggiate nelle vicinanze, a cui sono stati rotti gli specchietti e i tergicristalli.

Non si sa se i due fatti siano collegati, sono in corso le indagini dei militari. Quella che rimane è la sensazione di disagio crescente tra i residenti, per una convivenza -quella coi 40 migranti ospiti della parrocchia - che sta mostrando le prime crepe, dopo un’iniziale benevolenza. Resta, come ha detto don Massimo Biancalani, la forte sinergia con la locale Arci, con cui starebbe maturando un progetto di collaborazione per aiutare questi giovani, alcuni dei quali versano in condizioni di fragilità. Ma l’episodio di ieri notte, a opera probabilmente di un soggetto con fragilità psichiche, non facilita la distensione del clima.

Poche sere fa, relatore al Centro Pecci di Prato, il parroco ha raccontato di recarsi alle Cascine per convincere i migranti scappati da Vicofaro a tornare da lui a Ramini.

Dopo i fatti della scorsa notte, commenta: «Ieri alle dieci sono stato contattato dall’ospedale Torregalli. Sembrava fosse stato ricoverato lì uno dei ragazzi “dispersi” dal ricollocamento di luglio. Aveva dato in escandescenze ma i medici mi hanno rassicurato che ora stava bene. Mi hanno detto che l’avrebbero dimesso. Insieme ai miei volontari ho deciso di prenderlo e portarlo con noi a Ramini. Purtroppo nella notte ha ripreso ad avere dei problemi di tipo psichiatrico. Devo dire – afferma – che il sistema di protezione non funziona. I migranti sono lasciati a se stessi. Sono bloccati sia l’aspetto di tutela sanitaria che sociale. È sempre necessario che un don Biancalani che arrivi in soccorso». 


 

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