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Regionali in Toscana, Confindustria ai candidati: «Nei programmi non c’è traccia dei problemi delle aziende» - Le priorità per industriali ed edili


	La presentazione delle priorità di Confindustria Toscana: a dx i tre candidati alla Regione Antonella Bundu, Eugenio Giani e Alessandro Tomasi
La presentazione delle priorità di Confindustria Toscana: a dx i tre candidati alla Regione Antonella Bundu, Eugenio Giani e Alessandro Tomasi

L’incontro coi candidati dopo la presentazione delle tredici aree prioritarie indicate nei documenti. La parola d'ordine è “sburocratizzare”

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C’è stupore nel mondo industriale toscano per non aver trovato nei programmi elettorali dei tre candidati alle prossime elezioni nessuna menzione sul delicato tema che li riguarda: «In campagna elettorale si parla di tutto – spiega Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana – ma dei temi dell’industria se ne parla troppo poco, non si parla di una coesione sociale che è indispensabile per trovare un posto di lavoro e portare il pane alla propria famiglia. Il nostro modello economico e produttivo è a rischio e con esso è a rischio la tenuta sociale dei territori. Questa dovrebbe essere la nostra priorità e la nostra ossessione. Dunque chiediamo che il primo atto della nuova legislatura sia rappresentato dall’avvio del confronto per arrivare in tempi rapidi alla sottoscrizione di un Patto per la crescita e il lavoro. Un vero e proprio piano industriale per il futuro della Toscana che contenga obiettivi e tempi e che preveda periodiche verifiche».

Nella mattinata di ieri Confindustria Toscana ha presentato un documento dove si riassumono le priorità e le richieste del mondo produttivo per la prossima legislatura. Quelle specifiche del settore costruzioni sono invece indicate in un documento di Ance Toscana. Presenti alla conferenza stampa il presidente di Confindustria Toscana Bigazzi e il presidente di Ance Toscana Rossano Massai. Nel pomeriggio i documenti sono stati poi consegnati ai candidati alla presidenza della Regione Toscana (Antonella Bundu, Eugenio Giani e Alessandro Tomasi) e discussi con gli stessi in tre incontri a porte chiuse.

Industriali

Confindustria Toscana ha indicato sette aree di intervento prioritarie: una vera politica industriale per la reindustrializzazione della Toscana (un piano industriale triennale con risorse certe e accessibili e un sistema di incentivi semplice ed efficace che stimoli la crescita di nuove imprese e rafforzi le filiere strategiche); energia e transizione ecologica (favorire investimenti in energie rinnovabili e geotermia); competenze e formazione per il futuro (potenziare gli Its Academy, dove l’84% dei diplomati trova lavoro entro un anno, e promuovere un orientamento scolastico efficace per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro); semplificazione amministrativa (snellimento delle procedure autorizzative, soprattutto ambientali ed energetiche); accelerare la trasformazione digitale (incentivi per l’adozione di tecnologie avanzate, tra cui intelligenza artificiale e cybersecurity, sviluppo di competenze digitali attraverso formazione mirata e completamento della copertura a banda ultra-larga); infrastrutture e messa in sicurezza del territorio (con un piano di manutenzione territoriale per prevenire frane e alluvioni); urbanistica e rigenerazione urbana (riforma della normativa urbanistica regionale che favorisca la rigenerazione urbana e il recupero del patrimonio edilizio esistente, con una semplificazione per gli ampliamenti produttivi e le nuove aree industriali).

Edili

Ecco, invece, le priorità per il rilancio dell’edilizia (settore che impiega oltre 33.000 addetti e contribuisce per l’11% al Pil regionale) secondo uno specifico documento di Ance Toscana (Associazione Nazionale Costruttori edili della Toscana). Sono sei: emergenza casa e rigenerazione urbana (piano straordinario per affrontare la crisi abitativa con regole urbanistiche più semplici e flessibili per favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente e ridare vita ad aree abbandonate, grandi contenitori e periferie); semplificazione e rapporto con la pubblica amministrazione (maggiore stabilità normativa e politiche di concertazione tra Regione, imprese e categorie economiche, ma anche procedure più rapide e trasparenti per programmare e realizzare opere strategiche); revisione dell’attuale Piano Cave (quello attuale rischia di bloccare il settore e di rendere impossibile reperire materiali essenziali per infrastrutture e manutenzioni); sicurezza sul lavoro (premiare imprese qualificate e contrastare concorrenza sleale e lavoro irregolare); infrastrutture e manutenzione (i costruttori edili della Toscana chiedono un Piano pluriennale di prevenzione del dissesto idrogeologico, superando la logica emergenziale che ha caratterizzato gli interventi finora e avendo quali obiettivi la manutenzione programmata della rete viaria e delle infrastrutture regionali e investimenti mirati per collegare le aree periferiche e sostenere lo sviluppo industriale); formazione e lavoro (creazione di un Campus regionale delle costruzioni per coordinare la formazione tecnica e professionale con le esigenze del settore, con progetti dedicati alla sicurezza, all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità).


 

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