L’incidente mortale
Mattia Martini: laureato, campione con la Liga femminile e cameriere per scelta: «È formativo e ti insegna l’umiltà»
Pistoia, il 30enne ha vinto il massimo campionato spagnolo con l’Atletico Madrid e soprattutto d'estate serve ai tavoli del Café Le Blanc sulla Sala
PISTOIA. Da anni lo vediamo specie in estate gestire i tavoli ed essere emotivamente coinvolto al Café Le Blanc sulla Sala a Pistoia, bar e pizzeria che con le sue luci bianche sparate si distingue dagli altri locali ed è aperto fino a tarda notte.
Lui è Mattia Martini, trentenne direttore sportivo professionista pistoiese (classe 1995) che già vanta una discreta carriera da manager in importanti club calcistici nel settore femminile. Per lui anche esperienze all’estero di assoluto prestigio come quella all'Atletico Madrid, con il quale ha vinto la Liga Femenina. Molto forbito in virtù della sua formazione: laureato al Dipartimento di Lettere e Filosofia di Firenze. Triennale con 110 e Lode e Magistrale con 110 e Lode e menzione di onore alla carriera, discutendo tesi sulla “Parità di genere e diritti delle donne nello sport”. Il giovane aglianese riesce a proporsi all’interlocutore con empatia. Definisce il lavoro di cameriere molto formativo, nonostante abbia «poca immagine sociale».
A inizio estate la Confcommercio ha lanciato un allarme riguardo la difficoltà a reperire giovani nel campo della ristorazione. Questo rende perfino più impattante la storia di Mattia. Del suo essere un dipendente del “Le Blanc” ci parla uno dei titolari del noto locale, Simone Borgioli. «È uno dei nostri. Qando può rinuncia perfino alle ferie per venire a darci una mano. Gli avevamo – rivela – dedicato una pizza “postuma” quando interruppe per un periodo il rapporto, e dopo che aveva vinto con l'Atletico Madrid. Poi è tornato. La “sua” pizza sarà sempre qui». Le Blanc di Pistoia è infatti l’unico locale al mondo in cui si possa gustare la pizza “Mattia Martini”.
«Mattia è un giovane vecchio», afferma ancora Borgioli, che gestisce il locale con la moglie Alessia Paoli, il fratello Rossano e la moglie di quest’ultimo. «Un po’ ci assomiglia. Pure noi ci siamo riciclati aggiungendo al nostro business la ristorazione dopo la crisi economica del 2009. Tutt'ora svolgiamo l'attività nel tessile tra Montemurlo e Agliana».
Mattia è con loro dall’aprile del 2014. «Ci sono filosofie di vita che ci accomunano – aggiunge il titolare – Sono contento che anche mio figlio Thomas faccia il cameriere in questo e in altri locali nonostante pure lui sia laureato e stia proseguendo negli studi». Che cosa significa essere un cameriere per Mattia? «Nella vita – dice – non bisogna mollare. Chiunque, ovunque si trovi ad operare, si porta dietro le propria determinazione e deve gestire i rapporti umani. Nel caso del cameriere deve anche subire la relazione asimmetrica sapendo di essere un front man, ovvero l’immagine dell’impresa. Deve gestire gli errori del cliente e dell’azienda. Qui ti metti al servizio di una tipologia infinita di persone». Per fare un esempio Mattia ci mostra lo smartphone in cui compare che lo scorso 17 giugno ha servito un cliente che rappresentava la 37ª nazionalità da lui servita al Le Blanc, un serbo.
Tra le competenze di un cameriere è importante la conoscenza delle lingue. Mattia ne parla tre oltre la propria: spagnolo (quasi in madre lingua), francese e inglese. Tra gli episodi spiacevoli da cameriere ne cita uno: «Una mamma disse al figlio: devi studiare altrimenti ti trovi ad essere come quelli. Puntò il dito su di noi. L’altro cameriere era Marco Cerboni che oggi fa il docente. Ci restammo male ma tacemmo. La gestione prima di tutto. La più bella cosa è sentir dire al cliente che lo hai accontentato. L’esperienza più bella è quella di un gruppo di tedeschi che torna da undici anni e chiede sempre le stesse cose». Commenta Simone Borgioli: «Tanti dicono: se studio il cameriere non lo faccio. Non sanno che si perdono una occasione di crescita».
Che cosa lascia a Mattia il ruolo di cameriere? «La voglia di sacrificarsi. Le cose non sempre sono in discesa. Lavori sull’umano prima che su te stesso e capisci il valore dell'umiltà».
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