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Pistoia, rinasce il teatro Manzoni: il progetto, i tempi e quanto costa la ristrutturazione

di Lorenzo Carducci

	L’esterno del teatro Manzoni, a dx in alto il modellino dell’interno del futuro Manzoni e sotto il rendering con il ritorno ai cinque palchi
L’esterno del teatro Manzoni, a dx in alto il modellino dell’interno del futuro Manzoni e sotto il rendering con il ritorno ai cinque palchi

Intervento da oltre 15 milioni di euro per ricostruire la sala delle origini. Il ministro Giuli elogia il sindaco in vista delle Regionali: «Amministratore eccellente»

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PISTOIA. Il sipario che si alza sul progetto del nuovo teatro Manzoni e la visita del ministro della Cultura Alessandro Giuli, due eventi che il Comune di Pistoia ha fatto coincidere per dare ancora più valore a un intervento che, a partire dall’estate 2026, trasformerà il principale teatro cittadino a cento anni dalla sua ultima grande ristrutturazione, datata 1926. E poi c’è l’elogio pubblico del ministro nei confronti del sindaco Alessandro Tomasi, in lizza come candidato del centrodestra a prossimo governatore della Toscana, endorsement più che pronosticabile ma non per questo scontato. Giuli definisce Tomasi «un eccellente amministratore», che gode della sua «ammirazione più totale, perché governa da due mandati una città molto impegnativa e molto bella». E anche perché «è del 1979, una delle migliori annate, e la Toscana ha bisogno di buone annate».

È peraltro proprio il ministero della Cultura ad aver destinato al nuovo Manzoni la quota parte più alta di risorse, 5 milioni di euro degli oltre 15 milioni totali, coperti per il resto dalla Fondazione Caript (3,5 milioni), dal Comune (altri 3,5 milioni), dalla Regione Toscana (2,5 milioni) e da Intesa Sanpaolo (600mila euro). «Uno sforzo corale», sottolinea il presidente della Fondazione Caript Luca Gori. Mentre il ministro “ammicca” a Tomasi anche quando commenta il rilancio del teatro, appena prima di assistere ieri pomeriggio alle prove del Don Giovanni di Mozart, che debutterà domani, per poi partecipare alla presentazione più dettagliata al Funaro, senza risparmiarsi una passeggiata in centro con il primo cittadino e alle altre autorità. «Il ministero fa la propria parte e continuerà a farla, per un teatro che ha una storia meravigliosa e un grande futuro davanti, oltre che per un’amministrazione con cui collaboriamo magnificamente – dice – conosco e amo la Toscana, è una regione tra le più importanti per la mia missione di ministro della Cultura, che merita un’attenzione speciale. E poi c’è una stima particolare verso le buone amministrazioni».

Entrando nel merito del progetto firmato dagli studi di architettura Natalini e Natalini & Magni, la novità più evidente è il ritorno ai cinque ordini di palchi invece dei quattro attuali, o per meglio dire tre e mezzo, considerando la galleria che interrompe il quarto ordine. La galleria non ci sarà più e gli ordini di palchi saliranno a cinque, riportando la grande sala (inaugurata nel 1694) alla sua conformazione ottocentesca. La durata stimata dell’intervento è di almeno due anni e mezzo. «Un’opera che quest’importante luogo di cultura aspettava da cento anni – l’orgoglio del sindaco – sarà un teatro più bello e più funzionale, ne siamo contenti. Durante l’intervento la programmazione si sposterà al teatro Bolognini, al Funaro e anche al Pacini di Pescia, nel frattempo è in corso di riqualificazione anche la saletta Gramsci, un altro piccolo gioiello». 

I lavori al Manzoni comprenderanno il restauro degli apparati decorativi della sala, del foyer e del ridotto, restituendo alla città la bellezza originaria del suo teatro all’italiana. Il complesso sarà dotato di nuovi ascensori per garantire piena accessibilità a ogni area. Particolare attenzione sarà dedicata alla zona prospiciente corso Gramsci, dove si interverrà sul solaio voltato sopra il foyer, sull’ampliamento della balconata del ridotto (pensato per rappresentazioni più intime) e sulla costruzione di una nuova sala prove e di un locale tecnico nel sottotetto. Il comfort degli ambienti sarà garantito da un nuovo pavimento radiante al piano terra e da impianti aggiornati in tutte le zone. L’ingresso condurrà a una platea rinnovata e dotata di fossa orchestrale meccanizzata, mentre la torre scenica sarà modernizzata. Si potrà così nuovamente apprezzare l’unitarietà architettonica del teatro, nel suo originario splendore. La capienza complessiva, che adesso conta circa 800 posti, diminuirà di qualche unità, ma come afferma Giuseppe Gherpelli, presidente della Fondazione Teatri di Pistoia, il Manzoni tornerà «alla sua funzione principale e originaria di teatro d’opera».

 

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