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Pistoia

L’Asl bacchetta don Biancalani «Serve maggiore collaborazione»

L’Asl bacchetta don Biancalani «Serve maggiore collaborazione»

Allarme tubercolosi, a rilento lo screening fra i migranti di Vicofaro

29 luglio 2023
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PISTOIA. Screening per la tubercolosi al palo a causa della scarsa collaborazione da parte dei migranti e anche di don Massimo Biancalani: la tirata di orecchi al parroco di Vicofaro arriva direttamente dall’Asl Toscana centro. Che evidentemente non ci sta a subire in silenzio le esternazioni da parte del sacerdote, secondo il quale l’andamento lento dei controlli dipenderebbe dal suo mancato coinvolgimento nel vertice in prefettura di lunedì scorso. Per questo l’azienda sanitaria ribadisce come il coinvolgimento di don Biancalani ci sia stato già a partire dal 22 giugno, quando uno dei migranti (tuttora ricoverato in ospedale) fu trovato positivo al batterio. E come l’indagine epidemiologica subito avviata si sia arenata nonostante il coinvolgimento di mediatori culturali e dei professionisti sanitari che, come volontari, da anni prestano la propria opera di assistenza a Vicofaro.

Fatto sta che, prima di quelli effettuati mercoledì 26 luglio (8), in oltre un mese l’Asl era riuscita a sottoporre al test solo 31 migranti. Di questi, solo 16 si erano presentati alla lettura del risultato, 8 dei quali positivi. Di questi 8 solo uno era andato al successivo appuntamento per la radiografia, necessaria per stabilire se la malattia fosse o meno in atto.

«Il caso di tubercolosi – spiega l’Asl in una nota – è stato notificato alla struttura di Igiene pubblica il 19 giugno e risulta al momento ricoverato al San Jacopo di Pistoia. L’inchiesta epidemiologica, effettuata il 22 giugno, al fine di individuare i conviventi e i contatti da sottoporre allo screening non si è ancora conclusa data la scarsa adesione degli ospiti».

L’Asl ribadisce poi che l’esito positivo del test Mantoux, non seguito da una radiografia ai polmoni, non consente di effettuare una diagnosi.

«Preme sottolineare – prosegue l’Asl – che fin da subito sono stati coinvolti don Massimo Biancalani e i professionisti che gravitano, da tempo, attorno alla comunità, dando risposta ai bisogni sanitari della stessa: quelli dell’“Ambulatorio solidale Pistoia art. 32” e di “Medu” (Medici per i diritti umani) di Firenze, la cui presenza avrebbe dovuto favorire l’adesione allo screening. Sono stati presi accordi con don Massimo Biancalani, sono state fornite informazioni, sia informalmente che formalmente, in italiano, inglese e francese, riguardo all’iter diagnostico da seguire. Informazioni fornite in più occasioni anche dai professionisti che seguono la comunità, in presenza di un mediatore culturale. L’ultimo incontro informale, la sera precedente il 26 luglio, da parte degli operatori di Medu, sempre con un mediatore culturale, negli spazi antistanti Vicofaro. Tutto ciò allo scopo di vincere la diffidenza legata alla fragilità dello status sociale di questi soggetti».

Per i migranti risultati positivi al test sono state predisposte sedute ad hoc alla radiologia del San Jacopo, concordate con don Biancalani: «La prima seduta è andata deserta, senza alcuna comunicazione preventiva, solo in un secondo momento, su richiesta, sono state date delle giustificazioni. La seconda ha visto la presenza di un solo ospite, nonostante le rassicurazioni fornite dal responsabile sull’adesione. La consapevolezza delle difficoltà legate alla condizione di disagio e fragilità degli ospiti ha sempre sotteso agli interventi predisposti, che comunque per avere successo non possono prescindere dal pieno sostegno e dalla partecipazione attiva di chi meglio conosce i ragazzi e ne raccoglie la piena fiducia».

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