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Da Pistoia a Santiago di Compostela: il sudore e i sogni di 2.500 chilometri che cambiano la vita – Video

di Lorenzo Vannucci
Da Pistoia a Santiago di Compostela: il sudore e i sogni di 2.500 chilometri che cambiano la vita – Video

Il viaggio a piedi di due pistoiesi verso Santiago

01 ottobre 2022
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PISTOIA. Cosa si prova a prendere e partire con uno zaino di 15 chili sulle spalle, un’antica pergamena, e qualche mappa? Come si cambia dopo aver percorso oltre 2500 chilometri a giro per l’Europa, su strade e sentieri che hanno segnato la storia della civiltà per come la conosciamo? Lo sanno bene Andrea Andreotti e Rodolfo Baldi, due pistoiesi che, nel corso dell’estate appena conclusa, hanno deciso di percorrere per intero il tragitto che unisce Pistoia con Santiago di Compostela.

Partiti dalle terre pistoiesi il 26 maggio, i due pellegrini sono giunti a destinazione il successivo 28 luglio. In mezzo strade bianche, lastricati, sentieri, letti di fiumi, qualche caduta, pasti e pernottamenti improvvisati. Tutti ingredienti tipici per un doppio viaggio: uno fisico, fatto di fatica e sudore, uno psicologico, con conseguenti pensieri, speranze, sogni. A tutto ciò va aggiunto il reciproco scambio che si ottiene incontrando altre persone sul proprio cammino, che sia una coppia di sposi pronta a partire per un viaggio di nozze o una signora francese che, senza conoscere il proprio interlocutore, decide di spendere il suo tempo caricando costui in macchina per trasportarlo al supermercato più vicino. «Una delle cose che più mi ha lasciato questo viaggio – ha raccontato Rodolfo – è stata proprio la volontà, da parte di molti, di aiutarci senza chiedere niente in cambio. In Francia, un giorno, siamo rimasti quasi senz’acqua e senza cibo. Arriviamo in un paesino, troviamo una signora. Lei non ha fatto discorsi: ha preso la macchina e ci ha accompagnato al supermercato più vicino, che distava almeno 15 chilometri».

Un tragitto lungo e difficile insomma, in cui la fortuna di incontrare la persona giusta al momento giusto ha avuto il suo peso. Ma i due viandanti hanno sempre avuto la certezza di arrivare? «Non ne abbiamo mai parlato – hanno ammesso – abbiamo sempre tenuto da parte l’argomento arrivo». Una tematica importante, quella del parlarsi: «Ognuno aveva un proprio spazio, ognuno camminava con i suoi pensieri. Certo: ci consultavamo nei momenti in cui c’era da prendere una decisione sulla strada da percorrere, ma ognuno compie il proprio cammino in maniera individuale». E così, dopo tre mesi di viaggio, un viaggio a cui, per gli ultimi 800 chilometri, si sono aggiunti anche Viviana Baldi, Tina Nuti e Luisa Zedda, Andrea e Rodolfo hanno avuto la possibilità di consegnare direttamente all’Arcivescovo di Santiago una missiva proveniente da don Luca, l’arciprete della Cattedrale del Duomo di Pistoia. Ma dopo oltre 2500 chilometri percorsi, cosa ne pensano i due del Cammino di Santiago? «La segnaletica – dice Andrea – perché molto spesso le indicazioni per i sentieri sono simili. Credo anche che dovrebbe essere incoraggiato un modello di accoglienza del pellegrino, che tra Italia e Francia abbiamo trovato carente. In Spagna molti giovani italiani gestivano in maniera ottima ostelli per dare ristoro ai viaggiatori».


 

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