Frana in via Modenese. Comune e proprietari ai ferri corti sui lavori
E spunta una perizia geologica da 14mila euro
PISTOIA. È assai probabile che rimanga ancora a lungo aperta solo a senso unico alternato la via Modenese, nel suo primo tratto urbano, dallo stabilimento Porrettana Gomme a via Vecchia Montanina. In quel tratto, il giorno di Natale si abbattè sulla carreggiata un grosso masso, franando dal terreno (privato) sovrastante. Dopo tre giorni la strada venne chiusa al transito e successivamente il masso fu rimosso dal Comune. Il 21 gennaio la strada è stata riaperta al traffico, ma solo a senso unico alternato, per motivi di sicurezza. E gli stessi motivi permangono ancora oggi, a sette mesi dalla frana, nonostante i tentativi dell’amministrazione di mettere al sicuro la situazione.
Il problema nasce – spiegano in Comune – dal braccio di ferro che è subito nato con i proprietari del terreno a monte. Il Comune, con una ordinanza del 30 dicembre, aveva ordinato loro di mettere in sicurezza il versante, dove ci sarebbero altri massi a rischio frana; di tagliare la vegetazione della scarpata; infine, di mettere in sicurezza il muro di pietra. Alcuni dei proprietari dell’area risposero subito picche per quanto riguarda il muro, che si trova sulla loro proprietà ma che fu costruito, all’inizio del secolo scorso, dallo Stato. Per cui non spetterebbe a loro rimetterlo a posto. Gli altri lavori, invece, sarebbero stati fatti.
Ma nel maggio scorso, nuove segnalazioni di piccoli smottamenti lungo la strada hanno spinto il Comune ad effettuare un altro sopralluogo, da cui è emerso che la scarpata a monte della Modenese continua ad essere tutt’altro che in sicurezza.
E per argomentare meglio le proprie ragioni, Palazzo di Giano ha deciso di dare un incarico d’urgenza ad un geologo, che dopo aver esaminato la situazione sul posto e controllato da vicino il masso (che nel frattempo è conservato ai Cantieri comunali), ha firmato una relazione giunta in Comune pochi giorni fa. Nella relazione il geologo sostiene che la scarpata privata, così come il muro di contenimento, devono essere messi in sicurezza, se si vuol riaprire la strada a doppio senso. Nell’attesa, il mantenimento del senso unico alternato (con l’uso solo della corsia di valle) è comunque sufficiente a tamponare l’emergenza. L’incarico al geologo costerà oltre 14mila euro al Comune, che ha dovuto prevedere – come si fa in questi casi – un debito fuori bilancio, del quale si discuterà oggi in consiglio comunale.
«Sulla base della relazione del geologo e del nostro tecnico – spiega l’assessore ai lavori pubblici Alessio Bartolomei – faremo presto una nuova ordinanza in cui torneremo a sollecitare i privati a mettere in sicurezza la scarpata e il muro. Accolleremo loro le spese per la perizia del geologo e siamo intenzionati a mettere in conto anche l’occupazione del suolo pubblico per il divieto di transito, che siamo costretti a mantenere, sulla corsia a monte della Modenese». Le posizioni sono chiare, ma l’impressio è che il braccio di ferro continuerà ancora a lungo. l